Germano: “Dopo Hollywood aspetto un film sul G8”


E’ tra gli attori preferiti del cinema italiano, Elio Germano, classe 1980 e al suo attivo già venticinque pellicole con alcuni dei registi più affermati della nostra cinematografia. L’ospite di oggi del Giffoni Film Fest ha da poco anche preso parte al kolossal Nine, adattamento di un musical di Broadway ispirato all’ di Fellini. Prodotto da Harvey Weinstein, diretto da Bob Marshall e interpretato da attori come Nicole Kidman, Judi Dench, Penelope Cruz, Marion Cotillard, Kate Hudson, ma anche dalla nostra Sophia Loren. Nel film è uno degli assistenti del famoso regista Guido Contini, interpretato da Daniel Day Lewis, in crisi personale e creativa. E un’anticipazione di Nine, se non il film completo, potrebbe essere ospitata al Festival di Roma, a un mese dalla sua uscita prevista negli USA il 25 novembre.

Un “ruolo marginale”, lo definisce Germano, costato solo due settimane di lavoro in cui, per la maggior parte del tempo, si è lasciato affascinare dalle vista delle proporzioni del set hollywoodiano, dove ogni cosa sembra essere esasperata. “Tutto mi sembrava grandissimo, dai faretti ai cubi. E c’erano talmente tante roulotte che sembrava di essere in un campo nomadi”. Un impianto spettacolare e un modo di lavorare totalmente diverso di cui però Germano non sembra essere del tutto convinto: “E’ stato interessante verificare la differenze tra i due modi di lavorare. Ad esempio per loro Nine è una pellicola low-budget, mentre da noi è considerata di budget altissimo, si lavora dodici ore al giorno e c’è un elenco troupe quindici volte più lungo del nostro. Però c’è una serietà da macchina industriale e un’abnegazione degli attori che mi hanno colpito”. E tanto per fare un esempio, ci rivela di non aver mai parlato direttamente con Bob Marshall, che per tutto il tempo impartiva compiti alla troupe solo attraverso il suo megafono.

Dopo Mio fratello è figlio unico Germano è tornato a lavorare con Daniele Luchetti, per cui ha appena finito di girare La vita, dove è un operaio edile che vive nelle nuove periferie romane al di fuori del Raccordo Anulare. “Luoghi lasciati a se stessi in cui convivono le speranze di giovani coppie che investono sul loro futuro – come quella formata dal personaggio che interpreto e Isabella Ragonese – e l’assoluta mancanza di servizi pubblici”. Nel film ci sono anche Luca Zingaretti, Stefania Montorsi e Raul Bova nel ruolo di suo fratello.

Ma riguardo al suo futuro e a quello di tutto il cinema italiano, Germano appare preoccupato: “Quando mancano i finanziamenti, il mestiere del produttore diventa quello di investire in cose sicure. E quindi il cinema finisce col seguire il filone di film che hanno fatto buoni incassi o investe su quei nomi capaci da soli di garantire l’afflusso in sala. Ma questo crea una stasi paludosa che premia il box office a scapito della qualità”. Inutile individuare delle responsabilità nella classe dirigente: la colpa, dice l’attore, è di chi fa poco per cambiare le cose e abbassa la testa di fronte ai ricatti, magari per interesse personale. Ma anche dei produttori che non hanno più il coraggio di produrre film che affrontano problemi contemporanei come Il muro di gomma. Gomorra e Il divo sono un’eccezione ma è da tanto che aspetto un film sulle vicende di Genova”.

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23 Luglio 2009

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