GIFFONI VALLE PIANA – Reduce dal trionfo di Perfetti sconosciuti, che ha fatto incetta di premi ma ha anche raccolto numeri importanti al botteghino, Paolo Genovese svela a Giffoni il suo prossimo progetto. Sarà qualcosa di rischioso e fuori dagli schemi, perché è il momento di sfruttare il successo, un fattore che può essere insieme una responsabilità ma anche un’opportunità. “Quando il film precedente va bene i produttori tendono a dare carta bianca. Voglio cogliere quest’opportunità e realizzare qualcosa che magari qualche anno fa non sarei riuscito a portare a termine. Avendo la possibilità di scegliere preferisco osare e magari sbagliare, piuttosto che fare un film banale”. Il progetto è ancora in fase di sviluppo e per il momento l’unica cosa davvero certa è il titolo, Il primo giorno della mia vita. Sarà un film diverso da Perfetti sconosciuti che è intriso di un cinismo cupo, rivela il regista, ma sarà al contrario molto positivo rispetto al senso della vita. “Credo che mi sia inconsciamente venuto come reazione a questo momento storico particolare, in cui sembra che qualsiasi certezza vada in fiamme. Voglio mostrare la bellezza della vita, il positivo che c’è ancora”. E stando a quando aveva dichiarato Giampaolo Letta a commento del premio alla sceneggiatura ottenuto da Genovese al Tribeca Film Festival, dovrebbe essere anche questa volta una pellicola targata Medusa.
Ma non bastano i casi di successo isolato per parlare di rinascita del cinema italiano, ammonisce il regista che richiama le istituzioni alla necessità di un vero progetto educativo sulla settima arte e di un sostegno distributivo maggiore per il nostro cinema all’estero.”Per parlare di rinascita ci vogliono risultati costanti, qualitativamente e quantitativamente, per almeno un decennio. Per ottenerli bisogna innestare un circolo virtuoso tra i film italiani che faccia nascere una percezione di qualità del nostro cinema. Ogni film italiano bello fa bene al film successivo perché porta lo spettatore ancora una volta in sala. Ma occorre anche diffondere una cultura cinematografica, soprattutto tra i più giovani che comunicano di continuo attraverso l’audiovisivo, ma non ricevono alcun insegnamento che li spinga verso la qualità”.
Giffoni Experience chiede a chi ha partecipato di inviare la foto che meglio racconta l’ultima edizione del festival, allegando anche un piccolo testo che descriva emozioni sulla 46esima edizione
Storie di profonda determinazione e desiderio di riscatto. Sono questi i temi vincitori della 46esima edizione del Giffoni Film Festival, dove a trionfare nella sezione Generation + 18 è Urban Hymn dello scozzese Michael Caton-Jones, una storia di redenzione attraverso il canto ambientata nel sud est di Londra. Nella sezione "Generator +16" vince invece una pellicola girata nelle favelas brasiliane, Il maestro di violino di Sérgio Machado, che vedremo presto in Italia con AcademyTwo
Ancora due film di Giffoni Experience saranno distribuiti in Italia: Fanny’s Journey di Lola Doillon, in uscita il prossimo febbraio per Lucky Red, vincitore della sezione Generation +13, e Snowtime! di Jean François Pouliot in uscita il 24 novembre per Notorius Picture. Il primo è tratto dal libro testimonianza Le Journal de Fanny di Fanny Ben-Ami che all’età di 13 anni, nella Francia occupata dai tedeschi, viene mandata con le sue sorelline in un orfanotrofio per bambini ebrei, il secondo è un cartone animato canadese che racconta la lotta tra due bande di bambini a colpi di palle di neve
"Sono sopraffatta dall'emozione e da come sono stata accolta" è il commento di Jennifer Aniston, super ospite del Giffoni Film Festival, che durante l’incontro con i ragazzi varie volte si è commossa e si è concessa a foto e rivelazioni, a dispetto delle voci su una sua visita blindatissima. E ai ragazzi raccomanda di spegnere computer e telefonini per riappropriarsi di un rapporto vero con la realtà, sottolineando i pericoli di una vita iperconnessa a internet e social network