GABRIELE MUCCINO


Chissà se l’Italia si specchia nei film di Muccino. Sicuramente si specchiano i suoi personaggi, non importa se adolescenti o quarantenni. Si guardano cercando di piacersi e non fanno che interrogarsi: “come ti sembro?” nel nuovo film, Ricordati di me.
Eravamo all’Ultimo bacio, siamo all’ultima spiaggia. Quella della gloria televisiva delle veline di “Alì Babà” e della classe media sempre frustrata. Oltre il consumismo c’è il narcisismo puro e semplice. Gabriele Muccino lo racconta e di film in film, siamo al quarto, è diventato l’uomo d’oro del cinema italiano. Fa botteghino anche all’estero con personaggi che gravitano tra il Mamiani e Viale Mazzini. Ha messo insieme la morettiana Laura Morante e la glamour Monica Bellucci, da regista consumato e scaltro. Per San Valentino ci regala una favola sul disamore che fa male al cuore ma senza darlo troppo a vedere.

Muccino, in un mondo in cui tutti ambiscono al successo, chi è vincente?
Nessuno. Queste sono anime fragili, vittime dei loro modelli. L’auto, i vestiti, il corpo… tutto quello che la tv ci martella nella testa.

VIDEO-INTERVISTA:
Gabriele Muccino & Laura Morante

di Federico Greco

E’ una storia molto italiana?
Accade ovunque, compreso il Sudafrica. Si sogna l’eccezionalità senza avere nessun talento. Siamo inquieti, nevroticizzati e vittime del non piacerci mai abbastanza.

Ne fa le spese la famiglia.
La famiglia è il posto dove meno ci si confida e ci si conosce. Si parla meglio con uno sconosciuto incontrato a una festa. Però le famiglie scoppiate si lasciano dietro una scia di dolore.

Non prendi mai le distanze dai tuoi personaggi, come un tempo la commedia italiana faceva con un po’ di cattiveria in più.
Non do mai un giudizio e lascio aperto il finale apposta. Impariamo la lezione per poi dimenticarla di nuovo e si ricomincia.

Però te la prendi soprattutto con la televisione.
La televisione è un luogo dove si va a raccontare qualsiasi cosa e si diventa una star. Addirittura si può confessare un omicidio in diretta e l’audience sale: lo schermo nobilita tutto.

Dici anche che siamo tutti uguali, senza differenze sociali.
La borghesia non esiste più. Esiste una classe media con alcune differenze: qualcuno va in vacanza a Porto Cervo, qualcun altro no. Gli immigrati hanno preso il posto di Rocco e i suoi fratelli, mentre la classe operaia vota Berlusconi perché vuole essere come lui. Questo è l’Occidente. Infatti L’ultimo bacio è stato compreso perfettamente anche a Parigi o New York.

E qui ritroviamo Carlo e Giulia, come nell’Ultimo bacio solo con quindici anni di più.
Sono partito da lì: è un filo affettivo ma ci sono anche somiglianze caratteriali.

Non hai voglia di esplorare altro?
Non ho preclusioni, ma non so se sarei in grado di fare altro. E poi nessuno rimprovera Ken Loach di parlare solo della classe operaia.

Un accenno alla politica c’è: con quel candidato di Nuova Rinascita che parla a vanvera.
E’ il qualunquismo e la demagogia che ci governa. Abbiamo visto quanto sia facile promettere e vincere. Guardate Bush. Basta dire “siamo meglio degli altri” per prendere i voti.

E le povere veline?
Le ragazze che partecipano a questi provini televisivi, appena diciottenni, sono in realtà fragili e vulnerabili. Nessuno ha detto loro che c’è anche l’essere, oltre all’apparire. E le madri sono complici, come in Bellissima, del resto. Vai a fare il karaoke da Costanzo, risulti simpatico, diventi ricco e dai un senso alla tua vita.

Hai modelli?
Il mio modello è il cinema italiano, dagli anni ’40 ai ’70. E’ il massimo. Dopo hanno sgrammaticato tutto.

autore
04 Febbraio 2003

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