VENEZIA – Il male e il bene, Hitler e Gesù, il cinema e la fede e naturalmente il suo film più amato e temuto dagli spettatori di tutto il mondo, L’esorcista, sono gli ingredienti di Friedkin Uncut, il documentario scritto e diretto da Francesco Zippel, presentato a Venezia Classici e che arriverà al cinema il 5, 6 e 7 novembre distribuito da Feltrinelli Real Cinema in collaborazione con Wanted per essere poi trasmesso in esclusiva e in prima tv su Sky Arte (canale 106,120 e 400).
Si tratta di un incontro molto ravvicinato con il regista nato a Chicago nel ’35, autore di film di culto come Il braccio violento della legge, Sorcerer, Cruising, Vivere e morire a Los Angeles e per l’appunto L’esorcista, un incontro che nasce grazie alla lavorazione del documentario The Devil and the Father Amorth presentato qui al Lido l’anno scorso. “Molti volevano fare un film intervista su di lui – racconta Zippel – ma lui ha scelto proprio me, forse per la fiducia che si era costruita durante il montaggio di quel film. In quei mesi mi aveva raccontato tanti aneddoti e avevo apprezzato il suo spirito, la sua simpatia, la sua umanità, la sua ironia, aspetti che ho cercato di trasferire in Friedkin Uncut a partire dal titolo, che indica proprio la volontà di restituirlo così com’è”.
Zippel ha anche interpellato tanti suoi amici e collaboratori, da Francis Ford Coppola a Quentin Tarantino, da Zubin Mehta a Michael Shannon, da Wes Anderson a Damien Chazelle e Willem Dafoe e tre donne, Juno Temple, Ellen Burstyn e Gina Gershon, tutte “innamorate di lui nonostante faccia un cinema poco sentimentale e molto macho”. Unica assente Linda Blair, che però ha chiesto di vedere il doc.
“Il film – racconta l’autore, ora al lavoro sul regista afroamericano Oscar Michaux – è stato realizzato seguendo Billy Friedkin nei suoi viaggi, da Venezia a Lione, e cercando di incastrarsi tra gli impegni degli altri attori e registi intervistati in giro per il mondo”. E si è fatto un’idea sul segreto che rende L’esorcista ancora spaventoso tanti decenni dopo? “I film dell’orrore, come dice Ellen Burstyn, cercano di suscitare lo spavento, mentre questo procede con una narrazione realistica, sembra non accadere nulla di particolare, invece il terrore viene da qualcosa che ognuno di noi ha nell’anima. Del resto Friedkin è mosso da una vera sete di conoscenza verso questi temi”.
Tutti fans di Friedkin, e specialmente Quentin Tarantino. “Ha addirittura comprato la casa dove aveva vissuto Billy negli anni ’70 e ha trasformato il suo garage in sala di proiezione privata. Tra le tante cose, ha anche tutti i film di Friedkin in pellicola perché detesta il digitale”.
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