‘Frente a Guernica’, l’ultima opera antibellicista di Gianikian e Ricci Lucchi

VENEZIA – Sono passati cinque anni dalla scomparsa di Angela Ricci Lucchi. Fuori concorso alla 80ma Mostra del Cinema di Venezia, il suo partner – artistico e non solo – di una vita Yervant Gianikian porta sul grande schermo l’ultimo lavoro scritto insieme: il documentario Frente a Guernica (versione integrale). Si tratta, di fatto, di un film postumo realizzato per mantenere “la promessa fatta ad Angela, di continuare il nostro lavoro politico, artistico, storico, sulla violenza del Novecento”, l’ultima occasione per vedere riuniti i due registi, maestri del cinema sperimentale e d’avanguardia.

Frente a Guernica è un pregevole lavoro di archivio che ci porta indietro nel tempo con filmati d’epoca dal preziosissimo valore documentale. Partendo dalla ricostruzione del dopo guerra a Parigi, città che di colpo si è trovata brulicante di bambini, per arrivare in Austria, in Italia, in Giappone, in Manchuria. Un viaggio avanti e indietro nel tempo e nello spazio per oltre un ventennio, per ricostruire un’Europa e un mondo intero marchiata dalla follia nazifascista.

“È stato tremendo lavorare sulla guerra, mentre è in corso un’altra guerra. – dichiara Gianikian – Dalla fine del 2019 al 2023 si colloca la lavorazione del film Frente a Guernica (Versione integrale) girato con la nostra camera analitica sugli archivi filmici. Nove ore su materiali privati e pubblici. Il documentario tedesco UFA registra gli effetti del bombardamento sulla cittadina di Guernica, il 26 aprile 1937, compiuto dall’aviazione nazista e fascista italiana che scaricavano bombe sulla popolazione. Pablo Picasso, il 28 aprile del 1937, riceve la lettera d’incarico dal governo Repubblicano Spagnolo di un’opera per l’Expo Universale di Parigi. Il nostro è un film contro la follia nucleare, Picasso l’aveva prevista con Guernica”.

Buona parte del documentario è dedicato alla Spagna di Guernica, con quelle tre ore di bombardamento folle, che ha lasciato una striscia di morte e distruzione sulla popolazione civile, la Spagna rivoluzionaria in cui i bambini andavano nei campi a lavorare a pugno alzato, le donne in città a proteggere il loro futuro e gli uomini al fronte a combattere. Attorno a questo centro focale, troviamo innumerevoli momenti che illuminano lo schermo per la loro pulsante umanità, scene proiettate su una pellicola martoriata dal tempo che scorre lenta a pochissimi frame al secondo, in cui è impossibile non rispecchiarsi in quelle persone lontane quasi un secolo eppure così simili a noi. “L’umanità non dimenticherà i barbari fascisti” si profetizza nel documentario. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi hanno ancora una volta dato il loro contributo in tal senso.

di Carlo D’Acquisto