Francesco Di Leva: “Nottefonda, discesa agli inferi in una Napoli inedita”

L'opera prima di Giuseppe Miale Di Mauro 'Nottefonda', che sarà distribuita da Luce Cinecittà nei primi mesi del 2025, nasce dall'esperienza del NEST, il teatro di San Giovanni a Teduccio


La discesa agli inferi di un uomo che ha perduto l’amata moglie in un incidente stradale, provocato da un pirata della strada, è al centro di Nottefonda, opera prima di Giuseppe Miale Di Mauro, presentata alla 19ma Festa del Cinema di Roma, nella sezione Freestyle. Liberamente tratto dal romanzo La strada degli americani (edito da Frassinelli), scritto dallo stesso regista, è diventato un film grazie al lavoro di sceneggiatura che Miale Di Mauro ha condotto con Bruno Oliviero e Francesco Di Leva (David di Donatello per Nostalgia di Martone), che ne è anche protagonista insieme al figlio Mario, attore 14enne (attualmente sta lavorando al film di Fortunato Cerlino). “Ho sempre sperato che mio figlio facesse il mio stesso mestiere – ammette Francesco Di Leva – lui abita questo mondo così alto, perché solo la cultura può salvare le persone che vivono nel nostro quartiere”. “Cerchiamo di raccontare la tenerezza in ambienti molto duri, da cui tutti noi proveniamo”, aggiunge lo sceneggiatore Bruno Oliviero. Nel cast troviamo anche Adriano Pantaleo, Valeria Colombo, Giuseppe Gaudino, Dora Romano (la madre) e Chiara Celotto.

Francesco Di Leva, Mario Di Leva e Giuseppe Miale Di Mauro

Ciro, il protagonista, è un uomo allo sbando che sta vivendo un lutto devastante. Passa le notti tra la tangenziale di Napoli e gli autogrill, si fa di crack e fa lavoretti che ruotano attorno al mondo dei combattimenti di cani. Sempre al suo fianco c’è il figlio Luigi, che era in auto con la mamma quando è avvenuto l’incidente mortale. “Il mio personaggio è un uomo che sta attraversando un dolore tremendo – spiega Di Leva – L’ho visto affondare in un abisso profondo, ma arrivato al fondo tenta di risalire con l’aiuto di sua madre e del figlio, da loro viene accompagnato verso la luce. Si rifugia nel crack per avere silenzio nella testa, si isola e crea un deserto urbano, vive non a caso di notte”. Tutte le figure femminili del film lo portano verso una luce, “è vero, c’è nel film un femminile luminoso e portatore di amore – conferma Di Leva – Quando arrivano le donne arriva per Ciro un momento di sollievo, un sorriso”.

“Questa storia è dentro di me da molto tempo – ci racconta il regista – Ho scritto il romanzo qualche anno fa, poi ho capito che il libro poteva diventare una scatola da cui raccogliere pezzi per costruire una nuova storia, anche se all’inizio non avevo pensato di poterlo dirigere io finché non me lo ha suggerito il produttore Luciano Stella. Così mi sono concentrato a raccontare un uomo disperato, in lotta perenne con la sua ferita inguaribile. Un uomo che aveva tutto e all’improvviso non ha più niente”. Giuseppe Miale Di Mauro è tra i fondatori del NEST, il teatro di San Giovanni a Teduccio nato circa quindici anni fa nella vecchia palestra di una scuola abbandonata, in uno dei quartieri più difficili della periferia di Napoli. “Oggi il NEST è un fiore all’occhiello del teatro italiano – spiega Di Leva – ed è qualcosa che appartiene ai giovani del quartiere”.

“A Napoli il decentramento è una questione politica – afferma Di Leva – per questo abbiamo fondato un teatro di intervento nel territorio, dove formiamo tanti ragazzi. E non ci siamo solo noi, nelle periferie napoletane sono tante le realtà teatrali. Un modello per noi sempre presente, come un faro, è l’esperienza dei Teatri Uniti e di Mario Martone. Oggi stanno nascendo zone di interesse in periferia, con l’università a Scampia e San Giovanni a Teduccio, abbiamo anche la prima academy Apple. E’ un modo per combattere la camorra che ha devastato quelle terre. Se lo Stato investe in cultura, poi però deve difendere ciò che ha costruito”.

Sull’ambientazione inedita, una Napoli post industriale, interviene il regista: “Napoli è una città iper raccontata al cinema, abbiamo cercato una dimensione più intima, privilegiando lo stato d’animo del protagonista, come se la città fosse una scenografia dell’anima. Con lo scenografo Carmine Guarino abbiamo cercato luoghi che portassero una cifra universale. Uno dei film di riferimento è stato Belfast di Kenneth Branagh, perché la nostra Napoli è una città nordeuropea e portuale”.

L’esperienza del NEST è in forte relazione con la Mad Entertainment che produce insieme a Rai Cinema in collaborazione con Leocadia: Maria Carolina Terzi, Luciano Stella, Carlo e Lorenza Stella sono i produttori del film che sarà distribuito nei primi mesi del 2025 da Luce Cinecittà. “Siamo entrati in corsa sul film – spiega Enrico Bufalini, direttore Archivio Luce, Cinema e Documentaristica Cinecittà – con un elemento di grande continuità rispetto a Mad e Rai Cinema con cui c’è un rapporto consolidato. Ma c’è anche un aspetto di novità, questo è il primo film scelto dal nuovo ad Manuela Cacciamani, che intende sostenere la distribuzione di opere prime e seconde”.

 

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