Tra le voci previste dal PNRR che non hanno scadenza a giugno c’è anche “il progetto di Cinecittà, che sta andando avanti molto velocemente”. Lo ricorda il ministro della cultura Dario Franceschini, oggi in audizione Commissione Istruzione pubblica e beni culturali al Senato, in merito alla relazione sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), riferita all’anno 2021. Sul progetto, sottolinea, sono stati investiti “300 milioni di euro per sviluppare il Centro sperimentale di cinematografia, migliorare e adeguare gli studios e per allargare, quasi raddoppiare, i nuovi studi con un terreno di Cassa depositi e prestiti. Lo dico senza timore di retorica: siamo in una finestra temporale che offre opportunità straordinarie. Il mercato dell’audiovisivo nel mondo sta crescendo enormemente. Abbiamo intercettato questo momento attraverso uno dei Tax Credit dedicati più forti in Europa”. Ora, prosegue, “l’unione tra attrattività italiana, Tax Credit e ampliamento dei luoghi ci consentirà di cogliere fino in fondo le opportunità del mercato. E sono convinto che il settore dell’audiovisivo sarà trainante nella nostra economia, con tutti i benefici indiretti che può portare”. Quanto a Cinecittà, aggiunge, “ha anche cambiato la governance, è una realtà sul mercato pur rimanendo completamente pubblica e, se è vero che fino a qualche anno fa attraversava difficoltà, oggi abbiamo prenotazioni dalle grandi produzioni internazionali con anni di anticipo”.
E il ministro parla anche della digitalizzazione del patrimonio culturale con 12 sotto investimenti”. Fra questi, “una delle sfide più importanti, per la quale finalmente il ministero ha risorse a disposizione, è la digitalizzazione dell’infinito patrimonio dei 101 archivi di Stato, dell’Archivio centrale, delle biblioteche, degli archivi delle sovrintendenze. Un patrimonio inestimabile”, che comprende anche quello “dell’Istituto Luce“.
“La digitalizzazione di questo patrimonio – prosegue Franceschini – è un’esigenza di conservazione e tutela, ma oggi anche una straordinaria opportunità economica. In passato la conservazione di questi materiali era solo un dovere morale e culturale, oggi c’è una grande attenzione per i dati. Le grandi Fondazioni private americane comprano tutto ciò che sia sul mercato e spesso sono venuti a confrontarsi con le nostre istituzioni, anche magari con problemi di risorse, promettendo una digitalizzazione in cambio dell’utilizzo dei dati o delle opere”.
Grazie ai fondi del PNRR, “unendo questo materiale e digitalizzandolo, con un lavoro che durerà anni, avremo la più enorme banca di dati storici che possa esistere al mondo. Ma discuteremo con questi giganti della digitalizzazione in una posizione di forza e non più di debolezza. È una grandissima opportunità per il nostro paese”.
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