“Forse chi critica non ha capito la gravità della situazione che stiamo vivendo”. Il ministro dei Beni culturali e del Turismo Dario Franceschini risponde con un video su Facebook alle polemiche e alle critiche piovute per lo stop a cinema e teatri e assicura il suo impegno “perché il fermo sia il più breve possibile”. Nonché l’impegno a proseguire e aumentare gli aiuti alla categoria “cominciando dai più deboli”. Ma ribadisce di assumersi la responsabilità della decisione e sottolinea: “Non è stata una decisione gerarchica, per stabilire cosa fosse più importante tra palestre, cinema, teatri e così via. Dovevamo ridurre la mobilità delle persone”.
Da mesi, aggiunge il ministro, “stiamo lavorando ad una piattaforma della cultura italiana che potrà offrire in streaming la possibilità di seguire uno spettacolo a chi non ha la possibilità di andare in un teatro. Tutto questo senza pensare di sostituire le sale, solo per integrare nel momento dell’emergenza. Se in una emergenza come questa il paese si divide i problemi diventano più grandi, dobbiamo restare uniti. Ricostruiamo quel clima di coesione sociale di cui c’è bisogno, verrà il tempo dei bilanci e delle critiche, ma oggi di fronte ai rischi per la salute non è il momento”.
E lancia l’appello “a voi personalità della cultura che avete una grande influenza sull’opinione pubblica e una grande capacità – dice – chiedo davvero di dare un contributo alla coesione sociale, ne abbiamo grande bisogno”.
Aggiunge di aver scritto una lettera alle tv per chiedere che diano più spazio alla cultura anche comprando spettacoli, trasmettendoli e pagando diritti per aiutare non in modo simbolico ma concreto e materiale.
“In un momento così difficile il ruolo delle emittenti televisive può essere determinante per sostenere il mondo della cultura e dello spettacolo, già duramente colpito dalla prima fase della pandemia – ha scritto il ministro nella lettera inviata ai vertici dei principali network televisivi pubblici e privati – La televisione può esercitare la propria vocazione di fondamentale industria culturale del Paese, contribuendo a mantenere vivo il legame del pubblico con quello straordinario insieme di talenti e professionalità che incarna la musica, la prosa, l’opera, la danza, il cinema e molte altre forme espressive e creative. L’emergenza sanitaria che stiamo attraversando ha imposto scelte dolorose, che suscitano comprensibilmente amarezza e frustrazione, dopo che la riapertura di questi mesi ha dimostrato quanto sia preziosa, coinvolgente e insostituibile la partecipazione dal vivo a spettacoli e manifestazioni culturali. Nel ricordare con fiducia che quegli spazi di condivisione torneremo a viverli, dobbiamo però ora affrontare il presente e responsabilmente impegnarci per contenere il contagio ed evitare ulteriori rischi per la salute, il sistema sanitario e la vita di ciascuno di noi. Allo stesso tempo la cultura è il tessuto connettivo di una società, genera benessere e rete di comunità, ed è essenziale che pubblico e operatori possano continuare ad animarla e produrla in questo tempo attraversato da inquietudine e smarrimento. Non dobbiamo spegnere la domanda di contenuti culturali. Per questo – scrive Franceschini – rivolgo un appello, affinché le emittenti diano ampio spazio a teatro, musica, danza e cinema, non solo attingendo dal giacimento delle repliche, ma anche immaginando e sperimentando nuove produzioni e nuove iniziative. Tutto questo affinché la cultura possa continuare a raggiungere più persone possibili”.
Le riprese di Furiosa sono state interrotte dopo che il regista George Miller è risultato positivo al Covid. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, al momento Miller si trova in isolamento nella sua casa a Sydney, in Australia. I lavori non riprenderanno prima del 15 agosto
Il decreto legge pubblicato il 16 giugno conferma il venir meno dell’obbligo di indossare la mascherina nei cinema e nei teatri. “Finalmente si torna a fruire lo spettacolo del grande schermo in libertà e sicurezza” è il commento a caldo di Mario Lorini, presidente ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema)
“L’Unione Editori e Distributori Cinematografici Anica ritiene molto grave la decisione del Governo di prorogare l’obbligo dell’uso di mascherine FFP2 nella sale cinematografiche italiane fino al 15 giugno”: è ciò che si legge nella dichiarazione del presidente dell’Unione Editori e Distributori Anica Luigi Lonigro
L’ANEC, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, in una nota prende posizione sulle anticipazioni che trapelano sulle misure che saranno varate nel pomeriggio