Franceschini, allo studio un fondo per la cultura

“L'idea è di un fondo pubblico che possa raccogliere anche risorse private, con cui finanziare investimenti, progetti di fruizione e di digitalizzazione”


Alla vigilia del cosiddetto Decreto di Aprile, il ministro dei Beni Culturali e del Turismo Dario Franceschini sottolinea, in videoconferenza alla Commissione Cultura della Camera, l’assoluta gravità dell’impatto di questa crisi, che rischia di essere a lungo termine, su tutto il mondo della cultura che, insieme al turismo, rappresenta il 15%del Pil italiano. Tra le proposte illustrate, al momento in fase di elaborazione, la costituzione di un Fondo per la Cultura con cui si possano finanziare investimenti, progetti di fruizione e di digitalizzazione. “L’idea è di un fondo pubblico che possa raccogliere anche risorse private. Stiamo ragionando sia con Cassa depositi e prestiti che con il credito sportivo su come sia possibile immaginare un fondo che abbia esattamente questa funzione. In particolare c’è una proposta di Federculture su come è possibile convogliare investimenti pubblici e privati a sostegno di investimenti in questo settore. Anche questo richiederebbe una norma” ha spiegato il ministro.  

Accolta da tutti con favore la costituzione di un Fondo per la Cultura, nel dibattito che è seguito – a cui il ministro replicherà in un’altra seduta – Franceschini ha spiegato:” Vorrei avere risorse aggiuntive per occuparmi di altri settori che nelle prime misure non sono stati coperti. Sono, in particolare, oltre agli spettacoli dal vivo, tutta la filiera del libro e tutta l’editoria, i musei che hanno visto azzeratigli ingressi che sono una parte rilevante. Dobbiamo immaginare come organizzare gli eventi, grandi concerti e mostre”.

Si sta, poi, ragionando su possibili deroghe al Tax Credit per il Cinema e il Fus,  ha aggiunto il ministro illustrando l’intenzione di “utilizzare le risorse attuali, sia il Fus sia il Tax Credit Cinema allentando moltissimo, fino a quasi far scomparire, i criteri di accesso alla distribuzione di questi fondi che sono legati al numero di spettacoli, alle serate, a una serie di parametri che intenderemmo sospendere per il 2020. Per il Fus immaginiamo di erogare la prima parte, ma condizionando la  seconda parte all’osservanza di alcuni criteri che garantiscono la distribuzione della filiera. Lo stesso discorso per il Tax Credit Cinema”.  

Tra le ipotesi anche  “l’utilizzo dei residui Imaie per il settore. E’ stata approvata una norma che permette di utilizzare il diritto d’autore per gli artisti che hanno reddito più basso”. 

Tra le misure che riguardano il personale, fondamentale per il ministro “arrivare ai lavoratori cosiddetti intermittenti che non sono stati coperti nel primo decreto. Dobbiamo capire come arrivare a coprire tutti”.

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15 Aprile 2020

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