FORZA CANI

Titolo rubato ad una poesia di Nanni Balestrini che compare nei titoli di coda, popolato da giovani precari, poeti metropolitani, “brainworkers” solitari, donne e uomini ribelli, Forza cani è un piccolo caso di indipendenza radicale nel cinema italiano.
Frutto dell’avventura creativa di una “banda cinematografica autonoma” con base a Milano, finanziato attraverso una sottoscrizione lanciata su Internet nel febbraio 2000, costato circa 100 milioni, girato in digitale, diretto da Marina Spada e cosceneggiato da Marco Philopat (apprezzato autore dei romanzi Costretti a sanguinare e La banda Bellini), il film è circolato nel circuito alternativo dei centri sociali.
Ora esce in vhs accompagnato da un libro curato da Matteo Scalfarotto. Un pacchetto edito dalla Shake Edizioni Underground, l’ormai storica casa editrice che per prima ha fatto conoscere il movimento cyberpunk e le culture di rete in Italia.
Sfogliando il volume di 96 pagine troviamo le testimonianze di Spada, Philopat, del direttore della fotografia Roberto Barbierato, dello scenografo “Kix” Longo e del musicista Eraldo Bernocchi, che raccontano la genesi e lo sviluppo del progetto.
Il produttore Daniele Maggioni offre un quadro sull’attuale situazione del cinema italiano, il critico Luca Mosso analizza i dati sulle forme tradizionali di distribuzione ed esercizio e Matteo Scalfarotto ripercorre alcune esperienze di uso delle nuove tecnologie, di autoproduzione e distribuzione alternativa.
In appendice anche testi di Alexandre Astruc, John Cassavetes, Lars von Trier e Thomas Vinterberg, che hanno influenzato l’ideazione di Forza cani.