“D’ora in poi si lavorerà su un principio di equità, non parlerei di autarchia. Abbiamo fatto ordine, parlato con le associazioni di categoria che hanno condiviso lo spirito. Ma non mancheranno malumori e proteste”.
Lo dichiara Lucia Borgonzoni, sottosegretario di Stato al Ministero della Cultura con delega per il Cinema, intervistata da Valerio Cappelli sul ‘Corriere della Sera’. Il tema sono le regole per accedere ai fondi statali, al tax credit e agli sgravi fiscali nel settore dell’audiovisivo: si preannunciano molte novità, destinate ad essere inserite in un decreto che entrerà in vigore prima dell’estate. L’iter ha inizio oggi, 3 aprile, con la riunione del Consiglio superiore audiovisivo.
Si introducono due criteri selettivi – scrive il quotidiano di via Solferino – mentre in passato qualunque investitore di un film riceveva in maniera indistinta dallo Stato il 40% di sgravi fiscali:
Il fondo per il cinema diminuisce da 746 milioni del 2023 a 696 milioni: “gran parte del taglio è quello lineare del 5% che hanno avuto tutti i ministeri”, si legge. “Il tetto massimo destinato a un’opera italiana resta invariato: 9 milioni. Mentre per quanto riguarda le somme statali destinate a film ‘piccoli e medi con problemi di liquidità’, d’ora in poi il 70% del fondo sarà dato in anticipo e il 30% a fine progetto, mentre finora l’anticipo era del 40% e il 60% veniva elargito in chiusura”.
“Una novità importante riguarda poi l’“incoraggiamento” a girare storie italiane con registi e attori italiani”, scrive ancora il ‘Corriere della Sera’. “Si darà un finanziamento ad hoc di 52 milioni per storie di grandi italiani realizzate nel nostro Paese”. Per spiegarne il senso, l’esempio scelto dal sottosegretario è la serie Rai su Guglielmo Marconi, con Stefano Accorsi.
“Se l’avessero girato gli americani avrebbero privilegiato i suoi anni in USA, gli irlandesi avrebbero parlato di sua madre Annie James originaria di quel Paese. Noi preferiamo parlare dei suoi esperimenti a Bologna”, dichiara Borgonzoni al quotidiano. “Io aiuto il cinema e guardo i fatti, cosa succede. Le nuove norme servono a impedire che si possano fare film tanto per farli, magari con produttori improvvisati”. Per quanto riguarda le produzioni internazionali, che si sono moltiplicate grazie al tax credit, “lo sgravio sarà maggiore se utilizzeranno attori italiani”.
Anche l’intelligenza artificiale entra in campo, per la prima volta, in relazione al finanziamento. “I soldi devono essere utilizzati per persone fisiche, attori, registi, sceneggiatori. L’AI può beneficiarne soltanto per gli effetti speciali”. In passato non c’era un limite temporale all’uso della propria immagine. “Ora sarà lo stesso attore a dare l’autorizzazione all’utilizzo del proprio volto per un secondo progetto. Per questo sui titoli di coda di un film deve essere specificato cosa è opera dell’uomo e cosa è opera della tecnologia”.
Dovranno essere trasparenti e specificare il numero di visualizzazioni dei film. Il ministero destinerà l’1% del fondo per il cinema all’assunzione di personale che velocizzerà il controllo di pratiche amministrative.
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