"Erano piuttosto modesti, ma con una grande allegria e poche barriere sociali. Anni liberi che ho riportato in vita senza nostalgia, non pop ma realistici", dice lo scrittore che debutta con La kryptonite nella borsa, tratto dal suo omonimo romanzo. In Concorso al Festival di Roma e in uscita il 4 novembre, è una commedia vitale e riuscita, forte di una sceneggiatura ben scritta, a detta di tutto il cast: Valeria Golino, Luca Zingaretti, Cristiana Capotondi, Libero De Rienzo, Fabrizio Gifuni e il piccolo Luigi Catani
Nel giugno 1970 alcuni quotidiani titolarono "Tre ragazzi chiedono asilo politico all'Austria". Questa storia surreale è raccontata dall'esordiente Johnson ne I primi della lista dall'11 novembre in sala con Cinecittà Luce. "Una vicenda esemplare perché ha dentro di sé il DNA di quel tempo, in particolare del 1970 quando la creatività e il clima di avventura del '68 si mescolano con la paura e la tensione", dice il regista. Claudio Santamaria interpreta Pino Masi, all'epoca popolare autore della 'Ballata del Pinelli'
E' un evento del Festival di Roma, nello stesso giorno in cui si sono visti i primi minuti di Hugo Cabret, il film in stereoscopia dedicato alla grande coreografa del Tanztheater Wuppertal. "Sono stato fortunato a muovere i primi passi in questa tecnica con un'opera sul movimento e la leggerezza, ma per ora ho solo graffiato la superficie. Adesso vorrei raccontare una storia di finzione, nel mondo dell'architettura", dice il regista. Pina sarà in sala il 4 novembre con la Bim e porterà la Germania agli Oscar
Il regista francese, già autore del grande successo I ragazzi del coro, è protagonista ad Alice con il suo film tratto dal romanzo per l'infanzia di Louis Pergaud e già portato al cinema da Yves Robert nel '62. Ma La nouvelle guerre des boutons si è dovuto scontrare con un film gemello, diretto da Yann Samuell e uscito in sala una settimana prima. "Il mio, però, non è un remake, ma una storia completamente nuova, perché ho spostato l'azione nella Francia di Vichy, tra collaborazionisti e membri della Resistenza"
Il regista tedesco hollywoodiano ha scandalizzato gli ambienti accademici inglesi con Anonymous, thriller storico sull'identità dell'autore di Amleto e Riccardo III. A scrivere quelle sublimi tragedie sarebbe stato non il Bardo di Stratford Upon Avon, ma il 17° conte di Oxford, un nobile coltissimo molto vicino alla regina Elisabetta. Il ruolo è affidato all'attore gallese Rhys Ifans, che dice "questo film potrà fare per il teatro, quello che Rocky ha fatto per il pugilato". Intanto Emmerich pensa già al futuro, diviso tra Singularity e il faraone Tutankamon
"E' più vicino a Spielberg che a Peckinpah". Lo dice l'attore Michele Alhaique dell'ultimo film di cui è interprete assieme a Vinicio Marchioni, Cavalli di Michele Rho. Presentato a Venezia 68 nella sezione Controcampo, il film, prodotto da Gianluca Arcopinto per Settembrini Film in collaborazione con Rai Cinema e in uscita il 21 ottobre con Lucky Red, è un western nostrano ambientato in Italia alla fine dell'Ottocento e basato sul rapporto che si instaura tra due fratelli, diversi ma uniti, e due bellissimi esemplari equini. Proprio come accade al protagonista di War Horse, film di Spielberg di prossima uscita...
L'attore britannico, famoso come Mr. Bean, è a Roma per presentare Johnny English - La rinascita, parodia dei film di spionaggio che dal 28 ottobre arriva in 400 sale con Uip. E da appassionato di auto d'epoca, scherza sullo stile di guida "flessibile" tipico del nostro paese. Mentre sul cinema comico come antidoto alla crisi commenta: "Il divertimento è la penultima cosa alla quale rinunciamo e mi fa piacere se la gente sta meglio grazie a me"
"Noi scandinavi siamo repressi, non amiamo mostrare le emozioni, la rabbia e l'invidia. Io, per fortuna, sono cresciuto a New York". Intervista al cineasta danese che a Cannes ha vinto il premio per la regia con Drive, ora in sala in 300 copie dal 30 settembre. Ultraviolenza e poesia si mescolano nel suo cinema: "Ho imparato da Sergio Leone e Dario Argento, ma anche da Gualtiero Jacopetti, che è tra gli autori più sottovalutati", racconta Winding Refn. Prossimo progetto ancora con Ryan Gosling in Thailandia, Only God Forgives
Leone alla carriera a Venezia 68 per il grande regista piacentino, che ha portato al festival la nuova versione, più corta di venti minuti, del suo film del '71 Nel nome del padre, rimontato grazie all'impegno produttivo di Cinecittà Luce, che lo distribuirà anche nelle sale con eventi mirati. E Bellocchio parla del nuovo film, Bella addormentata, tre storie italiane all'ombra di Eluana Englaro
"Riporre una speranza di cambiamento nell'arrivo degli alieni è disperato e infantile". Ma la dice lunga su quello che siamo diventati secondo Gipi, il fumettista che ha portato a Venezia in concorso L'ultimo terrestre, in sala con Fandango dal 9 settembre. "I miei personaggi sono macchiette terribili, soltanto negativi, ma nella classe dirigente italiana ne vedo tanti così", dice il regista. Che ha scelto come protagonista l'amico Gabriele Spinelli
Il regista parte dal liceo di Bergamo dove ha studiato e da cui presero le mosse un pugno di giovanissimi garibaldini per ripercorrere l'impresa dei Mille, dal Nord a Teano. Un modo per parlare dell'Italia di oggi. E di domani. "Siamo a rischio estinzione, ma non vogliamo ammettere di essere vecchi". E sulla sua idea di documentario: "Non parto da una tesi da dimostrare e non mi piace Michael Moore". In sala con Cinecittà Luce
Non è stato accolto bene Quando la notte alla proiezione stampa e industry, pochi applausi e parecchi fischi. "Il film ha due o tre momenti emotivi forti e complessi - afferma la regista - Civiltà vorrebbe che uno vedesse tutta l'opera e poi scrivesse quel che vuole, ma la reazione è stata inaudita". E il produttore Riccardo Tozzi: "Non credo ai complotti, può darsi che sia un gruppo spontaneo, ma è un problema che Müller e Baratta si devono porre". Filippo Timi e Claudia Pandolfi sono i protagonisti di un'opera che ha al centro il tema della maternità poco frequentato dal cinema
In sala con 01 dal 7 ottobre Il villaggio di cartone presentato Fuori Concorso a Venezia, suo ritorno al cinema di finzione dopo Centochiodi del 2007. Il film interpretato, tra gli altri, da Michael Lonsdale e Rutger Hauer, si incentra sui temi della fede e dell'accoglienza. "Non è davanti a un crocifisso che bisogna inginocchiarsi, quello è solo un simulacro di cartone. Dobbiamo invece farlo verso chi soffre, come gli extracomunitari", dichiara l'artista. E aggiunge: "I cattolici, di cui anch'io faccio parte, dovrebbero ricordarsi più spesso di essere soprattutto cristiani"
Shame del videoartista Steve McQueen ha fatto incetta di applausi a Venezia, sia da parte della stampa che del pubblico, ma soprattutto è valso all'interpreta Michael Fassbender, che nel film vive in modo compulsivo il sesso fino ad esserne totalmente prigioniero, la Coppa Volpi per la miglior interpretazione maschile. Il regista: "Il protagonista del mio precedente film, Hunger, viveva una costrizione fisica ma in qualche modo governava la sua libertà, qui invece Brandon è così libero che alla fine rimane imprigionato. Una grande libertà sessuale si trasforma nella completa dipendenza dal sesso"
"Voglio rimettere in discussione la parola 'immigrazione' che ha ormai assunto un significato troppo generico. Quella degli italiani ai primi del Novecento è ben diversa dall'olocausto a cui stiamo assistendo in questi anni, con gli sbarchi e i respingimenti. Questi uomini e queste donne vengono rinchiusi anche se non hanno commesso alcun crimine", così il regista romano, in concorso a Venezia 68 con il film, applaudito al festival, che sarà in sala il 7 settembre in 200 copie. Storia dell'incontro tra due donne, una siciliana e un'africana, che nasce anche dai racconti della profuga Timnit
Dopo Come un uomo sulla terra e Sangue verde, il regista passa dal documentario alla finzione con il racconto dell'incontro di due stranieri nella provincia veneta. "Volevo raccontare la paura del confronto - dice Segre - far vedere che spesso l'invidia e il desiderio di protezione dagli altri nascondono i punti di contatto e la ricchezza che portano". Nel cast Zhao Tao, Rade Sherbedgia e Marco Paolini
Dopo il successo di Welcome, Philippe Lioret porta alle Giornate degli Autori Toutes nos envies, in cui torna a dirigere Vincent Lindon. Questo veste i panni di un magistrato che si batte, con una collega giovane e idealista (Marie Gillain) per difendere una donna annientata dai debiti con un istituto di credito. "E' il fenomeno assoluto del nostro tempo - dice Lioret - Si propone alla gente una vita basta sull'avere, e le banche seducono i consumatori con tecniche persuasive ambigue"
Scialla!, il convincente debutto nella regia dello sceneggiatore di Paolo Virzì vincitore di Controcampo italiano, uscirà nelle sale il 18 novembre con 01. Il titolo nel gergo giovanile romano significa: 'stai calmo, rilassati'. Ne sono interpreti Fabrizio Bentivoglio, Barbora Bobulova, l'esordiente Filippo Scicchitano e Vinicio Marchioni. Il regista: "E' una commedia compassata, con tempi non incalzanti e momenti blues e malinconici. E' difficile apparentarla ad altri titoli italiani del genere, ma l'idea estetica deve qualcosa a Pranzo di ferragosto, di cui ho apprezzato il tono glocal"
"Se avessi i permessi, inizierei domani un film sul Vaticano", dice ridendo il documentarista americano che ha portato ai Venice Days la sua ultima fatica Crazy Horse, in cui ha esplorato il celebre teatro di spettacoli erotici parigino. "Le donne che ballano quasi nude nel Crazy Horse sono donne che, prima di tutto, amano la danza. Spesso lavorano duro da quando sono bambine. Ho molto rispetto per loro"
Lanciato nel 2009 dal film di Jacques Audiard, l'attore è al Lido per presentare Love and Bruises, del regista cinese Lou Ye, amore contrastato e aggressivo tra un operaio francese e una studentessa cinese. "Il ruolo che più vorrei fare? - dice - Quello di un uomo spregevole, che ha perso ogni umanità"
A Trieste abbiamo intervistato l'attore piemontese, che sta per compiere 31 anni e che è protagonista, nel ruolo dell'esperto grafologo Mete, del film di Matteo Rovere Gli sfiorati, dal romanzo di Sandro Veronesi. Dopo il matto romantico di Si può fare e un ruolo importante nel monumentale Noi credevamo di Mario Martone, ha affrontato questa commedia generazionale in cui si ride con un certo cinismo: "Nel film sono uno che osserva e capisce gli altri, ma resta un enigma per se stesso"
Esce l'8 luglio con Mediaplex Ballkan Bazar, simpatica tragicommedia alla Kusturica sul conflitto tra greci e albanesi per il possesso delle salme. "E' successo veramente - racconta il regista, nato a Tirana - i greci hanno costruito un cimitero monumentale per i loro soldati. Il problema è che hanno le tombe, ma non le salme. Così hanno trafugato quelle albanesi". Punto forte di Budina è anche la sua umiltà: "Di mestiere faccio l'operaio, in Italia. Monto caldaie a gas. Per girare il film ho preso ferie e aspettativa"
Il regista napoletano, in concorso a Cannes, racconta la genesi del suo progetto più grande, costato 28 milioni di dollari. "Romanzo di formazione di un uomo rimasto bambino fino a 50 anni, ma anche espressione della mia curiosità ossessiva per i nascondigli degli ex criminali nazisti, della passione per la musica, dell'amore per l'America e il viaggio". E su Sean Penn: "Per lavorare con lui è stata utile l'esperienza con Toni Servillo, un altro attore-regista di grande coraggio"
Un chirurgo plastico che sperimenta una pelle artificiale, resistente alle ustioni su una cavia umana, che è in realtà l'oggetto della sua inestinguibile brama di vendetta, è al centro del nuovo film del regista spagnolo, che si ispira a Fritz Lang e Georges Franju per creare un horror senza neppure un grido. Protagonista Antonio Banderas, che torna a lavorare con lui dopo vent'anni e dice di sentirsi "a casa". Tra transgenico e transessuale, ecco La pelle che abito in sala dal 23 settembre con la Warner