Flash Mob di ballo e musica al Lido per ‘Dancing with Maria’

Il film Dancing with Maria è l'unico italiano in concorso alla Settimana della Critica


VENEZIA – Violini, violoncelli, musica e soprattutto tanta danza, sono gli ingredienti del rapido ed efficace ‘flash mob’ organizzato al Lido per accompagnare la proiezione di Dancing with Maria, il documentario del friulano Ivan Gergolet sull’affascinante figura di Maria Fux, danzatrice argentina di grande talento che a 90 anni ancora non perde la verve e la grazia che ne hanno fatto una delle stelle della danza. Il film, selezionato dalla Settimana della Critica, dove è l’unico film italiano in concorso, racconta l’arte di Maria e soprattutto la mette in relazione con il suo metodo di insegnamento, che la rende punto di incontro per persone di ogni estrazione e condizione sociale, compresi uomini e donne con malattie fisiche e mentali, alla scoperta di sé stessi e degli altri.

“Tutti siamo diversi”, dice Maria nel documentario, e lei non solo si relaziona alla diversità con naturalezza e spontaneità, ma insegna, attraverso il ballo, un metodo per trasformarla in ricchezza. “La danza – dice il regista – è in fondo uno dei linguaggi non verbali più diffusi. A livello popolare è uno strumento di relazione molto forte, per esempio lo si usa per approcciarsi all’altro sesso. Maria ne fa uno strumento di riconoscimento di sé stessi. Spesso quando vediamo persone ‘diverse’ ci giriamo dall’altra parte, per paura, per imbarazzo magari. Ma la diversità esiste comunque. Anche il mio approccio è cambiato dopo questa esperienza. E’ uno dei messaggi più forti e importanti del suo lavoro. A mettermi in contatto con lei è stata mia moglie, che era già sua allieva e nel 2010 chiese un’intervista che doveva inizialmente restare un documento personale. Ma il mio produttore Igor Princic se ne è innamorato e ci ha immediatamente rispediti a Buenos Aires. Ho scelto di evitare la struttura del film ‘biografico’, ma di concentrarmi sugli aspetti più interessanti del suo lavoro ai giorni nostri. La sua energia è parte del suo mistero? Da dove arriva la forza che ancora la fa danzare a 90 ingaggiando la battaglia più grande, quella coi limiti del proprio corpo? Ma proprio così il rapporto con i limiti entra a far parte del metodo, e rappresenta contemporaneamente la porta per indagare sulla sua intimità. Racconto Maria ma anche i cambiamenti che la sua danza porta nella vita delle persone”. Il film racconta anche la storia di un’altra Maria: Maria Garrido, trovata da bambina in una grotta della Patagonia. Una persona dal passato misterioso, sordomuta, incapace di comunicare e perfino di camminare (lo faceva a quattro zampe), che grazie alla musicoterapia ha imparato a comunicare, nonostante i suoi evidenti limiti, seguendo quello che Fux chiama “il ritmo del corpo”. “Maria Fux ne aveva perso le tracce – racconta Gergolet – ma avevo letto nei suoi libri questa storia e l’ho voluta cercare e conoscere. Vive in una casa di riposo e ha un’assistente sociale e un gruppo di persone che si occupano di lei. Uno dei pregi del film è che ha contribuito a riportarla nello studio, in contatto con la sua mentore”.

Ora Gergolet lavora a un film di finzione: “Lo sto ancora scrivendo e non so che strada prenderà – dice – ma diciamo che è vicino a un noir. Lo girerò nel raggio dei 70 kilometri da casa mia”.

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01 Settembre 2014

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