GIFFONI – È un bagno di folla – 600/700 persone, prettamente Giffoners – quello dentro cui s’è ritrovato immerso Federico Ielapi, 14 anni il prossimo 12 luglio 2024, per i più il Pinocchio di Matteo Garrone.
Il piccolo attore, che ha debuttato sul set a 4 anni, racconta di essere sempre stato “ispirato dal guardare i film sul grande schermo, vedere come un attore possa essere tanti personaggi. Da lì ho pensato a me, che potessi farlo anch’io, mettendo il mio tocco, con l’idea di staccare dal mondo reale, entrando in una fiaba come nell’Antica Roma: m’appassiona portare me stesso e improvvisare”. Il cinema “mi ha insegnato a essere sempre me stesso ma mi ha insegnato anche molto la disciplina”. Un discorso che si connette facilmente con il tema di #Giffoni54, “l’illusione della distanza”, che per Federico è “un tema importante perché perseverare nel sogno è giusto, anche se ci sembra irraggiungibile: niente è irraggiungibile”.
Ielapi, da Quo Vado? (2016) a Elf Me (2023), fino alla partecipazione nella recente serie Those About To Die con Anthony Hopkins, girata a Cinecittà, è certo non ci sia “un film più bello di un altro, in cui ho recitato. Quando finisco un film mi sento contento ma anche un po’ triste, al tempo stesso: contento di poter vedere il risultato e triste per lasciare quella seconda famiglia” e, con entusiasmo, racconta che “sul set sono sempre gioioso quando dicono ‘ciak si gira!’, è una nuova sfida”.
Parlando di “famiglia”, di certo il tema è proprio di Pinocchio, di cui è stato interprete assoluto, diretto da Matteo Garrone, che per Ielapi “tira fuori tantissimo dagli attori: mi ha insegnato a improvvisare, il copione serviva a improvvisare restando me stesso”. Del set ricorda il trucco prostetico, la cui preparazione “durava ogni giorno quattro ore e mezza; poi, sul prostetico steso, veniva dipinto l’effetto legno, una tecnica complessa”, come complesso è stato per lui il personaggio in sé “perché lavorare col prostetico richiedeva di passare le emozioni solo attraverso lo sguardo degli occhi”.
Così come indimenticabile è stato lavorare con Lillo, in Elf Me appunto, un collega di scena a cui “mi sono affezionato: è stata un’esperienza che vorrei rifare. Ci sono state tante belle scene, come quella del volo nel cielo con la bici, che è stata però anche la scena più difficile in assoluto, perché ha richiesto una piccola prova di forza”. E, a proposito di “bici”, se “il cinema è la mia passione n.1, molto lo è anche la mountain bike”.
Ha le idee chiarissime Federico Ielapi: “il mio sogno da piccolo era diventare un attore, e quello di adesso è continuare su questa strada”: l’interprete non manca di calcare anche set di caratura internazionale, come appunto quello con Hopkins, o quello di Cabrini di Alejandro Monteverde, ma racconta di non avere “un coach ma ho mia madre che mi fa da spalla; mi preparo portando me stesso, come mi immagino io il personaggio, certo stando nei parametri del copione”. Tra sogno d’infanzia e prove mondiali recenti, Ielapi non ha dubbi sul suo attore di riferimento: “Leonardo DiCaprio!”, mentre ammette di conoscere meno i personaggi Marvel ma se dovesse scegliere di essere un super eroe preferirebbe Batman (DC Comics).
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