Si tiene a Nettuno (Roma) dal 13 al 19 luglio – a ingresso gratuito fino a esaurimento posti – presso il complesso di Forte Sangallo, la tredicesima edizione del Guerre & Pace Filmfest, vetrina unica dedicata al cinema di guerra e di pace, organizzata dall’Associazione Seven, con la direzione artistica di Stefania Bianchi e la consulenza artistica di Filippo Soldi. Una settimana con proiezioni di lungometraggi, documentari – in collaborazione con Istituto Luce Cinecittà, ma anche, libri – in collaborazione con le principali case editrici – e cortometraggi. Il tema di questa edizione è: Scontro di civiltà?
Un tema ampio e molto attuale che consente di realizzare un percorso per raccontare le linee di frattura tra le civiltà, la convivenza tra la cultura Occidentale e quella Islamica. L’apertura del festival è dedicata ai 100 anni dell’entrata dell’Italia nella Grande Guerra, un evento realizzato in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà con la proiezione, lunedì 13 luglio alle ore 21:00, del film Fango e Gloria di Leonardo Tiberi, con Valentina Corti ed Eugenio Franceschini, che narra le vicende dei milioni di giovani coinvolti in quel tragico evento, utilizzando come simbolo proprio colui che sarà prescelto per rappresentare l’enorme schiera dei caduti anonimi: il Milite Ignoto. Il film ha vinto il Premio speciale Nastri d’Argento Docufilm e Storia 2015.
Tra gli altri lungometraggi proiettati, Uomini di Dio, di Xavier Beauvois, un monastero in mezzo ai monti del Maghreb, negli anni Novanta. Otto monaci cistercensi francesi vivono serenamente in mezzo alla popolazione musulmana di un vicino villaggio, aiutando le persone con la medicina e dando loro ciò che manca e di cui hanno bisogno. Quindi, il pluripremiato Timbuktu, di Abderrahmane Sissako, ambientato nell’antica città del Mali, ora governata dai fondamentalisti islamici, dove vive pacificamente Kidane, con la moglie Satima, la figlia Toya e il pastore dodicenne Issan. In città, la gente soffre impotente per il regime di terrore imposto dagli jihadisti, determinati a controllare la loro fede… Gli attentati del luglio 2005 nella capitale inglese sono al centro di London River, di Rachid Bouchareb, interpretato da Brenda Blethyn.
Il regista Rachid Benhadj ci porta i Profumi di Algeri, con Monica Guerritore, storia di una fotografa algerina che vive in Francia e un giorno riceve una chiamata d’aiuto della madre che la porta a fare ritorno in patria. La vera storia di quattro Navy Seals impegnati in una missione segreta militare americana in Afghanistan per neutralizzare un gruppo di al-Qaeda è al centro di Lone Survivor, di Peter Berg, con un cast che comprende Mark Wahlberg ed Emile Hirsch. Quindi, domenica 19 luglio, Pitza e datteri, di Fariborz Kamkari, con Giuseppe Battiston, sulla pacifica comunità musulmana di Venezia sfrattata dalla sua moschea da un’avvenente parrucchiera che la trasforma in un salone di bellezza. La sezione Documentari realizzata in collaborazione con l’Istituto Luce Cinecittà, presenta lavori che raccontano svariati argomenti, dalla storia delle rivolte arabe del 2011, in Terre d’Islam, di Italo Spinelli e Alberto Negri all’immigrazione di Terra di transito, diretto da Paolo Martino che racconta di Rahell, fuggito bambino dall’Iraq per rifugiarsi in Siria, fuggito dalla Siria per unirsi ad alcuni componenti della sua famiglia che vivono in Svezia ed entrato in Italia senza visto né passaporto. Il regista Roland Sejko in Anjia – La nave ritrova, 20 anni dopo, i protagonisti dell’esodo dall’Albania all’Italia del marzo 1991. In Profezia. L’Africa di Pasolini, di Gianni Borgna e Enrico Menduni si racconta di come, dopo Accattone, Pasolini cercò in Africa la genuinità contadina e quella forza rivoluzionaria che invano aveva cercato nel suo Friuli e poi nel sottoproletariato romano.
Renato Besana in Italia e Islam – Dalla guerra di Libia a Nassirya descrive le radici lontane del rapporto tra Italia e Islam, dalle annessioni coloniali in Africa orientale alla fine dell’Ottocento e dal conflitto italo-libico fino all’attentato di Nassirya in Iraq. Infine, 9 X 10 Novanta, nove registi, tra cui Costanza Quatriglio e Alice Rohrwacher, chiamati a festeggiare i 90 anni dell’Istituto Luce con 9 piccoli film di 10 minuti, con immagini scelte fra le migliaia di ore di filmati dell’Archivio Luce.
Ma Guerre&Pace FilmFest vuol dire anche presentazioni di libri: sei sono le presentazioni che si terranno durante il festival sempre alle ore 20:30, prima delle proiezioni dei lungometraggi. Sei libri che raccontano gli scontri di natura ideologica, economica, culturale, religiosa, politica, storica da cui spesso derivano i conflitti. Cosa lega la morte di Carlo Giuliani avvenuta a Genova nel luglio 2001 a quella di Ilaria Alpi in Somalia nel 1994, si chiede Giulio Laurenti nel suo La madre dell’uovo. Ma lo spinoso argomento de La guerra al tempo dei droni, di Gianfranco Bangone. Quindi, le storie vere di tre ragazzi che, negli anni del Fascismo, fronteggiarono le leggi razziali, in Adele, Celeste e Giorgio, realizzato dall’Associazione La Tamerice. Antonio Riccio racconta le Violenze dei Goumiers, memorie traumatiche della Seconda Guerra Mondiale sui monti Aurunci, mentre il giornalista Alfredo Macchi racconta con emozionanti fotografie, in War Landscapes, quindici anni di lavoro giornalistico in zone di conflitto con immagini colme di gente, dolore, urla e frastuono. Infine, domenica 19 luglio, Bruno Ballardini racconta in Isis Il marketing dell’Apocalisse quanto si sia spostato sui media il terreno di scontro principale di ogni conflitto. Il Guerre & Pace FilmFest è un’iniziativa realizzata con il patrocinio della Presidenza del Consiglio dei Ministri; con il patrocinio e contributo della Regione Lazio e della Città di Nettuno; con il supporto e la collaborazione di Luce Cinecittà, Comitato Atlantico Italiano, Università Civica di Nettuno Andrea Sacchi, Pro Loco Nettuno e Libreria Fahrenheit 451; la partnership di Nero Digitale, Ciprari Legnami&Prefabbricati S.r.l. e Trattoria Romolo e la media partnership di Cinecittà
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