”Ma questo è un Oscar alla nostra ‘bruttezza”’, così ‘Famiglia Cristiana‘ commenta sul sito il premio vinto da La grande bellezza. ”L’Italia, insomma, è tornata a vincere l’Oscar – fa notare il settimanale dei Paolini – per il miglior film straniero con un film di autodenuncia della sua decadenza, della fatiscenza etica in cui è precipitata. Se la gioia per la vittoria è legittima, stupiscono il silenzio attorno a una tale evidenza e l’assenza di dibattito rispetto al cuore più profondo dell’opera”.
Sulla stessa linea d’onda il Sir, l’agenzia stampa dei vescovi. ”Torna l’Oscar in Italia ma premia la nostra decadenza”, commenta rilevando che è accaduto anche nel passato. ”All’Academy – scrive il Sir – piace rendere omaggio a opere che tratteggiano l’immagine di un’Italia e di un italiano sempre disastrati, per motivi reali e materiali o per motivi psicologici e morali. La grande bellezza di Sorrentino ritrae una Roma opulenta, annoiata, spesso volgare e priva di ogni moralità. È stato così anche in passato con De Sica, Fellini, Tornatore, Salvatores e lo stesso Benigni”, ricorda l’agenzia che fa riferimento alla Cei.
Italia tra gli 85 paesi che sono stati ammessi alla corsa per l'Oscar per la miglior opera internazionale. I finalisti saranno annunciati il 17 gennaio 2025
Il film di Maura DelPero designato dall’Italia per la corsa all’Oscar è in concorso al Chicago Film Festival e sarà presentato anche all’AFI di Los Angeles
Sono ancora qui, già premiato per la Miglior Sceneggiatura a Venezia 81, è la scelta dell’Accademia del Cinema carioca per la corsa nella categoria del Miglior Film Internazionale
Accordi già chiusi per USA e Regno Unito, Oceania, parte dell’Europa e Medioriente, Africa francofona e Indonesia. In corso i negoziati per America Latina e Scandinavia