Fabrique du Cinéma, la rivista gratuita dedicata al nuovo cinema italiano, sceglie l’8 marzo per sollevare il problema della discriminazione di genere nel mondo dell’audiovisivo. Affinché la Festa della Donna non sia solo un pretesto per festeggiare, ma per iniziare un percorso verso le reali pari opportunità nel settore di cui da anni ci occupiamo come operatori e comunicatori. Nasce così “Caro divario. Campagna contro le discriminazioni di genere nell’industria dell’audiovisivo” per sensibilizzare la comunità del cinema italiano e per proporre una riflessione per il cambiamento. Ecco perché: in Italia solo il 15% di opere prime e seconde è diretto da donne. In generale su 10 registi che lavorano solo 2 sono donne. Non va meglio nel resto del mondo. Basti pensare che in 90 anni della storia dei premi Oscar, solo una volta una donna ha vinto una statuetta per la regia. Eppure le donne sono interessate a questo ambito e studiano come i colleghi maschi: secondo l’EWA (European Women’s Audiovisual network) il 44% degli iscritti alle scuole di formazione è donna; al nostro Centro Sperimentale di Cinematografia è donna il 39% degli studenti. Ma poi una volta diplomate hanno più difficoltà dei colleghi maschi a collocarsi. E quando lo trovano guadagnano in media circa il 16% in meno per ogni ora di lavoro.
La proposta in cinque punti per affrontare il divario di genere.
1) Creare un database online dedicato alle professioniste dell’audiovisivo per fare rete e promuovere il contributo delle donne al cinema.
2) Incoraggiare e sostenere le adolescenti, con dibattiti e iniziative ad hoc, nei festival e nelle scuole, a intraprendere percorsi di studio nell’ambito delle discipline dello spettacolo. Contrastare la convinzione che le donne non siano portate per la leadership, fornendo alle teenager nuovi modelli identitari.
3) Per la maggior parte delle registe il passaggio dal primo film al secondo è un momento delicatissimo. Sarebbe perciò utile creare, al livello istituzionale, un programma di supporto/tutoraggio a cura di registe già affermate, per sostenere le donne che hanno già esordito e che si trovano alle prese con lo scoglio dell’opera seconda.
4) Distribuire equamente i finanziamenti pubblici, che oggi sono destinati alle donne solo per il 12% del totale.
5) Studiare e monitorare le strutture produttive indipendenti stimolandole – attraverso premi e riconoscimenti – a promuovere la parità di genere nei prodotti e nelle strutture.
La proposta è immaginata sulla base di un modello già applicato con successo in Svezia. La Campagna sarà presentata l’8 marzo durante “Female in march”, evento organizzato in collaborazione con Female cut Italia, Officine fotografiche Roma e Ex-Dogana. Proprio negli spazi dell’Ex-Dogana sarà allestita la mostra “Obiettivo donna” giunta alla sua XII edizione. A seguire la proiezione del film “Tutta la vita davanti” con l’introduzione di Ilaria Sotis (Giornalista Rai) Monica Stambrini (Regista), Cristiana Raffa (Fabrique du cinéma – Social Media Manager Rai News 24) e alcune donne del mondo dello spettacolo che hanno iniziato ad aderire alla campagna. In serata la musica di oltre 30 djs tutte rigorosamente donne.
Hanno aderito alla campagna: Beatrice Arnera, Carlotta Cerquetti, Francesca Comencini, Emanuela Fanelli, Camilla Filippi, Liliana Donna Fiorelli, Katia Greco, Enrica Guidi, Serena Iansiti, Valentina Lodovini, Irene Maiorino, Lucia Mascino, Cristina Raffa, Ilaria Ravarino, Teresa Romagnoli, Francesca Valtorta.
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