Una gran voglia di vivere di Michela Andreozzi è l’adattamento dell’omonimo romanzo di Fabio Volo, protagonista del film assieme a Vittoria Puccini, su Prime Video dal 5 febbraio.
Al centro della vicenda la crisi di coppia di Anna e Marco, innamoratisi in una notte di alcuni anni fa e ora, famiglia con figlio, sfidati dalle intemperie del tempo passato insieme, della carriera, dei cambiamenti. Avevano trascorso una notte in taxi, a baciarsi, indifferenti al tachimetro, ora invece lei lo guarda e scocca la domanda: “ma tu mi ami ancora?”. Con la scusa di una vacanza, regalo per il piccolo Tommaso interpretato da Ludovico Nava, Anna e Marco intraprenderanno un viaggio in camper lungo i fiordi norvegesi, dove li attende ciò che sono diventati, come coppia e come singoli individui.
Non è la prima volta che un romanzo di Volo arriva sul grande schermo, “ma è la prima volta per me”, racconta Michela Andreozzi riferendo le origini del progetto. “Fabio mi ha regalato il libro e ho pensato subito che sarebbe stata una buona idea realizzare una storia d’amore minimale, dove una crisi è come una piccola erosione nel tempo. Ho subito pensato a Vittoria come protagonista, così le ho regalato a mia volta il libro, sperando le piacesse”.
Una gran voglia di vivere è girato tra Italia e Norvegia, collaborazione tra Prime Video e RTI per la produzione di Paco Cinematografica. Il tema del viaggio è centrale, ma mentre il libro racconta un on the road in Nuova Zelanda – “inagibile in tempi Covid”-, i luoghi del film di Michela Andreozzi ricalcano un viaggio che la regista ha intrapreso assieme al marito. “Mi interessava raccontare come dopo un periodo di chiusura come quello del Covid venga scongelata la routine e ci si trovi costretti a scoprire l’altro e se stessi“. A tal proposito, Fabio Volo ricorda gli antichi Romani: “dicevano che l’abitudine è una seconda natura. Mentre la prima natura si segue, la seconda si esegue, come fanno certe coppie che non seguono davvero ciò che vogliono e semplicemente vanno avanti“.
Sullo sfondo della vicenda pesa dunque il contesto post-pandemico, che secondo l’autore ha svolto un importante ruolo nel destino di molte coppie: “io credo che la pandemia abbia amplificato tutto, come una lente. Tant’è che analisti e psicologi oggi non hanno un’ora libera! Manca la condivisione; quando guardi la tv e i social media, il senso di solitudine che puoi vivere è infinito”.
Il racconto itinerante e la produzione del film si sovrappongono in numerosi aneddoti che il cast ha collezionato durante le riprese. “Per la propria salute, sarebbe meglio non fare film on the road!“, sentenzia Andreozzi. Ma la vera sorpresa è stata per Vittoria Puccini, che racconta di aver scoperto di soffrire di vertigini proprio quando doveva girare la scena di un tuffo: “sono scoppiata in lacrime ma ho scoperto che se tenevo la mano dell’attore che mi precedeva in scena riuscivo a recitare!”. A fine riprese invece “un pullman di crotonesi ha riconosciuto Fabio Volo a Capo Nord – racconta la regista – e dopo aver scoperto che stavano girando un film dal titolo Una gran voglia di vivere questi hanno scosso la testa e fatto sapere che non l’avevano mai visto”.
Sul rapporto uomo e donna, che la coppia protagonista rielabora e rispecchia, l’approccio di Una gran voglia di vivere è stato di ricerca. “Dovremmo fare un discorso sociologico e linguistico, su parole come ‘patrimonio’ e ‘matrimonio’, di ruoli che c’erano e ora sono mutati”, riflette Fabio Volo. Ma per Michela Andreozzi l’interesse è per i luoghi in cui il cambiamento sembra realizzato, ma non interiorizzato, compiuto: “Mi interessava soprattutto raccontare una coppia che, per quanto moderna, possiede ancora dei disequilibri. Tutti e due i protagonisti sono costretti invece a uscire da una comfort zone e capire. Per me, il finale è ancora aperto!”.
Il premio verrà consegnato il 27 dicembre ad Anacapri in occasione della proiezione speciale in anteprima del film A Capodanno tutti da me diretto da Toni Fornari
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