Un viaggio e un omaggio. Un percorso antologico, storico e al tempo stesso biografico, intimo. Nell’equilibrio tra queste due sponde nasce il “miracolo” di Il mio viaggio in Italia di Martin Scorsese. Un ponte che il regista italo-americano ha sapunto gettare tra le immagini (l’immaginario) e la realtà socio-culturale rappresentanta dal nostro cinema negli anni che vanno dai Trenta ai primi Sessanta e la sua esperienza di cineasta internazionale che da ragazzo, a Little Italy, scopriva un cinema diverso, profondo, rivoluzionario, che gli apparteneva di diritto.
Presentato – e applaudito – finora soltanto in alcuni festival (da Cannes a Villerupt a Londra), il film di Scorsese avrà martedì 18 dicembre a Roma la sua anteprima italiana in una serata-evento di eccezione.
Alla proiezione sarà presente infatti il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ma la serata, organizzata e promossa da Mediaset e da Italia Cinema al Palazzo del Cinema Adriano, coinvolgerà le massime cariche istituzionali e vedrà protagonisti i grandi di quella straordinaria stagione, a cominciare da Claudia Cardinale, Suso Cecchi D’Amico, Carlo Lizzani, Francesco Rosi, Age, Sandra Milo, Piero Tosi, Gabriele Ferzetti, Leopoldo Trieste, Franco Interlenghi, Giuseppe Rotunno, Lando Buzzanca, Massimo Girotti, Emi, Manuel e Christian De Sica, Mara Blasetti e Marcellina Rossellini. Accanto a loro, i nomi più significativi tra i registi, gli attori e i produttori delle nuove generazioni del cinema.
Il documentario di Scorsese, prodotto da Giuliana Del Punta e Bruno Restuccia di Paso Doble Film per Mediatrade, oltre che da Giorgio Armani, costituisce un affascinante omaggio ai registi e ai capolavori cinematografici del nostro dopoguerra, realizzato da un autore da sempre impegnato a far conoscere negli Stati Uniti il nostro cinema.
Molti i film che compongono il mosaico: 1860, Fabiola e La corona di ferro di Blasetti; praticamente tutto Rossellini (Europa 51, Miracolo, La Nave Bianca, Francesco giullare di Dio, Germania anno zero, Paisà, Roma città aperta, Viaggio in italia, Stromboli terra di Dio); Ladri di biciclette, L’oro di Napoli, Umberto D e Sciuscià di De Sica; tre opere di Visconti (Ossessione, Senso, La terra trema e Giorni di gloria realizzato con Pagliero e De Santis), Otto e mezzo e La dolce vita di Fellini; L’avventura e L’eclisse di Antonioni; Divorzio all’italiana di Germi; un balzo nel passato con Cabiria di Pastrone, due opere di Camerini (Il signor Max, Gli uomini che mascalzoni) e un “intruso” come Renoir con I bassifondi.
Italia Cinema è impegnata a coordinare la circolazione all’estero de Il mio viaggio in Italia, richiesto tra l’altro per il 2002 da più di 50 festival, dopo il successo ottenuto nei mesi scorsi anche a New York, e alla rassegna parigina per festeggiare il cinquantenario della rivista “Cahiers du Cinéma”.
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