VENEZIA – La storia con la “S” maiuscola, quella delle immigrazioni e delle guerre, ha scassato quella minuscola delle famiglie. Le storie personali di noi del ‘900 sono state una resistenza alla disgregazione della storia maggiore. Parola di Erri De Luca, il celebrato scrittore napoletano che quest’anno è sbarcato al Lido in una veste per lui insolita (anche se non completamente nuova), quella di protagonista di Di là dal vetro, diretto da Andrea Di Bari e prodotto da Pasta Garofalo. Nei venti, poetici minuti di racconto, De Luca è un uomo che si sveglia all’improvviso nella notte e intavola una lunga conversazione con la mamma (l’attrice teatrale Isa Danieli) tra un piatto di pasta e un solitario a carte. Rievoca la sua fuga da Napoli (e dalla famiglia) per seguire la passione politica, da Lotta Continua all’esperienza della guerra in ex-Jugoslavia, il suo amore per la montagna e per la narrazione. Sempre, però, con un rumore di fondo. Quello di una sirena di allarme dei tempi di guerra che aveva inquinato l’infanzia e l’esistenza della madre e aveva lasciato un segno indelebile nella coscienza di De Luca.
Il progetto di Di là dal vetro è nato dalla lunga amicizia dello scrittore con Andrea Di Bari, che prossimamente porterà anche alla realizzazione di un lungometraggio scritto a quattro mani e tratto da Il contrario di uno. Ma non, invece, a un futuro da attore per De Luca: “Non ho voglia di mettermi nei panni di qualcun altro. Ho recitato in questo film perché non mi sono dovuto spostare dai miei panni e nemmeno dalla mia casa, io non mi sento per niente attore. Riesco a fare solo cose mie, anche per quel che riguarda le storie, so scrivere solo le mie”. Giurato del Festival di Cannes nel 2003, quando vinse Elephant di Gus Van Sant, l’autore di “Non ora, non qui” dice che fu un’esperienza immeritata, perché non mi sento giudice ma spettatore, uno spettatore che ama il cinema italiano del dopoguerra, che fu il migliore del mondo, e il cinema tratto da libri oppure ambientato all’aria aperta, perché mi piacciono le geografie e gli spazi.
Il legame con il cinema, comunque, resta forte: il suo “Montedidio” era stato un grande successo in Israele, dove volevano farne un film, mentre ora c’è in sospeso un’opzione per realizzare la versione cinematografica de “Il peso della farfalla”. Intanto Gianluca Arcopinto e Domenico Procacci stanno preparando “Il contrario di uno”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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