Ernst Lubitsch apre le Giornate del Cinema Muto di Pordenone

Apertura il 2 ottobre con Il ventaglio di Lady Windermere, da Oscar Wilde, in un nuovo restauro del MoMA e con la musica di Carl Davis


Dopo una 39a Limited Edition che si è svolta quasi esclusivamente on line, le Giornate del Cinema Muto di Pordenone celebreranno con il pubblico in presenza al Teatro Comunale Giuseppe Verdi, dal 2 al 9 ottobre, la 40a edizione. L’edizione 2021 non potrà prescindere dalla sicurezza e dunque dalle norme anti-Covid che prevedibilmente saranno ancora in vigore a ottobre. Il programma sarà dunque suddiviso in quattro sessioni di proiezioni giornaliere e si terrà conto dell’esperienza del 2020. Con il raddoppio degli accrediti, l’edizione on line ha rivelato la possibilità di allargare di molto la platea degli amanti del cinema muto e per fidelizzare il nuovo pubblico, ma anche per i fedelissimi del festival che quest’anno non potranno raggiungere Pordenone, alle proiezioni e agli incontri in presenza si affiancherà una selezione di film on line.

Per la tradizionale serata di pre-apertura, venerdì 1° ottobre al Teatro Zancanaro di Sacile, in occasione del settecentenario dantesco è in programma un omaggio cine-musicale al Poeta con Maciste all’inferno (1926) di Guido Brignone, accompagnato dalla Zerorchestra. A inaugurare ufficialmente le Giornate, sabato 2 ottobre al Teatro Verdi, è il capolavoro di Ernst LubitschLady Windermere’s Fan (Il ventaglio di Lady Windermere, 1925, tratto dall’omonima commedia teatrale di Oscar Wilde), nel nuovissimo restauro realizzato dal Museum of Modern Art di New York. Sabato 9 ottobre, con replica il 10 ottobre, i musicisti dell’Orchestra San Marco di Pordenone eseguiranno in prima mondiale l’accompagnamento di Günter Buchwald per lo spettacolare Casanova (1927) di Alexandre Volkoff, con il divo russo Ivan Mosjoukine nei panni del grande avventuriero e libertino Giacomo Casanova. Inoltre Il dramma ceco Erotikon (1929) di Gustav Machatý, pietra miliare del tardo periodo muto, con l’attrice slovena Ita Rina, sarà accompagnato con la partitura del compositore sloveno Andrej Goricar eseguita da otto musicisti.

La valorizzazione del contributo delle donne alla storia del cinema, da sempre un punto fermo nei programmi delle Giornate, diventa il filo rosso di questa edizione, la sesta con la direzione di Jay Weissberg. La principale retrospettiva è dedicata all’attrice e produttrice ebrea austriaca Ellen Richter (1891-1969), poliedrica star del cinema di Weimar, popolarissima in molti Paesi, inclusa l’Italia. La maggior parte dei suoi film è purtroppo andata perduta e oggi il suo nome è quasi dimenticato, ma grazie alle ricerche degli studiosi Oliver Hanley e Philipp Stiasny alcune gemme sono state ritrovate negli archivi di Germania, Russia, Paesi Bassi e Francia. Oltre a riscoprire, nei ruoli più diversi, le straordinarie doti di attrice di Ellen Richter, la rassegna ne svela l’energica personalità anche come produttrice. Nel programma è incluso Der Juxbaron (1926/27), un film da lei prodotto ma non interpretato, in cui compare invece una Marlene Dietrich agli inizi della sua leggendaria carriera divistica.

S’inaugura quest’anno una rassegna biennale dedicata alle sceneggiatrici americane, il cui multiforme talento si espresse non solo in film romantici e di famiglia ma in ogni altro genere, dai western ai film di guerra, dai gialli ai drammi polizieschi. Fra i nomi celebrati in questa prima parte, Anita Loos, Beulah Marie Dix, Dorothy Yost, che lavorarono con grandi registi quali John Ford e Cecil B. DeMille e legarono il loro nome al successo di star come Douglas Fairbanks e Constance Talmadge. Sempre sul fronte femminile si segnala il ritorno delle “Nasty Women”, l’allegra banda di comiche anarchiche che si ribellano alle convenzioni e ai ruoli di genere. La nuova serie comprende soprattutto cortometraggi francesi e americani dal 1899 al 1914 che vedono protagoniste, fra le altre, le beniamine del pubblico Rosalie (Sarah Duhamel) e Cunégonde (Little Chrysia).

Della storia del cinema coreano si conosce pochissimo anche perché pochissimo è sopravvissuto. Grazie a Sungji Oh del Korean Film Archive di Seoul e al direttore del Filmmuseum di Monaco, Stefan Drössler, le Giornate offrono la rara occasione – probabilmente la prima fuori dai confini nazionali – di scoprire alcuni preziosi film muti coreani arrivati fino a noi.

Fra le altre proposte di questa 40a edizione, i film australiani con l’atletica star di caratura mondiale Snowy Baker, un’anticipazione della retrospettiva “Ruritania” (fissata per il 2022) con il film italiano All’ombra d’un trono di Carmine Gallone, con la diva Soava Gallone. Tra i nuovi restauri proposti quello curato dalla Lobster Films di Parigi, dell’ultimo film di Max Linder, Il re del circo (Max, der Zirkuskönig, 1924).

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