Non solo il turismo, anche il cinema è in crisi per le conseguenze dell’allarme coronavirus, con tante sale al Nord chiuse in via cautelativa e le altre che in queste settimane risentono dell’effetto panico diffuso nella popolazione. Lo hanno detto i rappresentanti delle associazioni del settore, che in mattinata hanno incontrato il ministro di Beni culturali e turismo Dario Franceschini, al quale il presidente dell’ANICA ed ex ministro della Cultura Francesco Rutelli ha consegnato un documento unitario di proposte elaborato dalla filiera cineaudiovisiva. Sono poi intervenuti Lorini (Anec), Occhipinti (distributori), Cima (produttori), Pugini (produttori esecutivi). “Tutta la filiera dell’industria cinematografica è unita per far fronte alle gravissime conseguenze dell’emergenza Coronavirus – afferma Rutelli – Abbiamo portato al ministro Franceschini due pagine di concrete proposte, elaborate dalle imprese di esercizio, distribuzione, produzione, che sono state apprezzate da tutto il comparto (dagli autori al sindacato): si tratta di misure razionali e indispensabili, che vanno dai crediti d’imposta, a forme specifiche di sostegno alle imprese, cassa integrazione e misure per il personale dipendente, oltre che di accelerazione dell’attuazione di norme non funzionanti della Legge Cinema e audiovisivo”.
Il cinema, ricorda Rutelli, prima dell’esplodere di questa crisi, “si trovava in una condizione eccellente: nelle sale, con una crescita del 22% rispetto allo scorso anno in gennaio (il quarto risultato di sempre), e con prodotti del cinema italiano in testa al box office per 7 settimane delle 8 dall’inizio dell’anno. Le conseguenze delle chiusure obbligate e della paura che si è diffusa tra il pubblico sono drammatiche: ieri gli incassi sono crollati dell’85% rispetto a un anno fa. Abbiamo apprezzato la disponibilità del MIBACT, ma le misure debbono veramente essere immediate. E, in tutti i casi in cui sia possibile e sicuro, bisogna contrastare forme di panico che colpiscono duramente la convivenza civile e tutto il paese”.
Da parte sua il presidente dell’ANEC Mario Lorini ha ribadito “la necessità di valutare la riapertura in tempi brevi delle strutture cinematografiche”, la richiesta , ha riferito poi Lorini, è stata recepita dal ministro Franceschini, “che si è reso disponibile, in accordo con le autorità sanitarie, ad individuare in quali zone tali riaperture possano essere immediate”. Franceschini, riferisce ancora il presidente ANEC, “ha recepito le richieste avanzate dalla filiera in merito a norme straordinarie e misure specifiche che possano aiutare un settore gravemente colpito dall’emergenza sanitaria di questi giorni. Richieste – conclude – che saranno portate all’attenzione del Consiglio dei Ministri di questa sera”.
Le riprese di Furiosa sono state interrotte dopo che il regista George Miller è risultato positivo al Covid. Secondo quanto riportato dal Daily Mail, al momento Miller si trova in isolamento nella sua casa a Sydney, in Australia. I lavori non riprenderanno prima del 15 agosto
Il decreto legge pubblicato il 16 giugno conferma il venir meno dell’obbligo di indossare la mascherina nei cinema e nei teatri. “Finalmente si torna a fruire lo spettacolo del grande schermo in libertà e sicurezza” è il commento a caldo di Mario Lorini, presidente ANEC (Associazione Nazionale Esercenti Cinema)
“L’Unione Editori e Distributori Cinematografici Anica ritiene molto grave la decisione del Governo di prorogare l’obbligo dell’uso di mascherine FFP2 nella sale cinematografiche italiane fino al 15 giugno”: è ciò che si legge nella dichiarazione del presidente dell’Unione Editori e Distributori Anica Luigi Lonigro
L’ANEC, l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema, in una nota prende posizione sulle anticipazioni che trapelano sulle misure che saranno varate nel pomeriggio