ELISABETTA SGARBI E ALBERTO MOMO

Sala affollata e applausi per La notte che si sposta – Gianfranco Ferroni di Elisabetta Sgarbi, presentato ieri sera a Venezia 2002 nella sezione Nuovi Territori. In sala il fratello Vittorio, che compare nei ringraziamenti dei titoli di coda, e l’autore del soggetto Enrico Ghezzi, armato di videocamera digitale diretta verso il pubblico.
Nel filmato di 30 minuti Elisabetta Sgarbi, direttrice editoriale di Bompiani e della Milanesiana, autrice di oltre venti cortometraggi, va alla ricerca delle tracce di Ferroni, grande pittore livornese di nascita e milanese d’adozione scomparso il 12 maggio 2001 nei luoghi in cui, dice, “è ancora visibile e presente la sua ombra: lo studio di Milano e quello di Bergamo, dove si era ritirato a lavorare negli ultimi anni”.
Lì, continua la regista, “Si vedono le sue cose, gli arredi, esattamente come lo circondavano quando era vivo: gli occhiali, il letto perennemente sfatto, lo straccio con cui puliva i pennelli, le grate delle finestre che fanno riflettere in modi strani, misterici la sua luce diurna”.
Nel montaggio ambienti e oggetti si alternano a immagini dei quadri tra cui alcuni autoritratti eseguiti dall’artista che ha sempre rifiutato di farsi riprendere. L’omaggio è stato voluto da Arialdo Ceribelli, amico e curatore dell’opera di Ferroni.
Sempre nella sezione curata da Serafino Murri Liquido Atlante di Alberto Momo che mette in scena gli spostamenti nella metropoli notturna di un uomo e due donne: “tre attraversamenti, tre luoghi di transito, si compongono in un unico paesaggio che reinventa le prossimità e le distanze”, dichiara.
Ideale terza parte di un film sugli interni (preceduto da Un’aria scura e Il paese delle rane), il video è stato creato tutto in famiglia: lo interpreta Giulietta De Bernardi, compagna del regista e figlia di Tonino (anch’egli al Lido con il film Lei, ndr.) che ne è l’entusiasta produttore.