Elio Germano: il mio Francesco laico e poco santo

Presentato nella Sala Conciliazione del Comune di Assisi Il sogno di Francesco diretto da Arnaud Louvet e Renaud Fely, dal 6 ottobre in sala. Elio Germano interpreta il popolare religioso


ASSISI. Un uomo in piena armonia con la natura, che sceglie di spogliarsi di ogni bene per condividere con i fratelli un nuovo senso di comunità, al pari degli ultimi e dei più poveri. Questo il Francesco, dichiaratamente “laico”, raccontato nel film Il sogno di Francesco, girato in appena 36 giorni dai registi Arnaud Louvet e Renaud Fely, dal 6 ottobre in 100 sale italiane. Lontano dall’agiografia, è il ritratto poetico e pacato di un uomo dai nobili ideali, politico in senso lato, come sottolinea il protagonista Elio Germano: “Francesco non era un rivoluzionario, non voleva salvare i poveri ma prenderli a modello di vita. Di certo dove c’è polis c’è politica, quella dei francescani nasce come comunità pronta a discutere questioni e ideali di tutti. Questo è il film più francescano possibile anche per questo: Francesco è parte di un tutto, non è mai il protagonista assoluto”.
Nel cast anche Alba Rohrwacher nei panni di Santa Chiara e Jérémie Renier in quelli di Elia da Cortona, mentre Marcello Mazzarella descrive così il suo frate Rufino: “Per lui come per tutti i frati San Francesco è un faro, punta all’armonia dell’uomo con la terra che lo nutre, chiama fratello e sorella i pianeti, mostra rispetto per ogni creatura vivente. Germano è stato un grande compagno di set, ha allietato e riunito tutto il nostro gruppo fatto di attori ma anche comparse”.

Hanno puntato molto, i due registi, sul senso di fratellanza e sul valore anche politico dell’altruismo francescano: “Francesco fu creatore di una nuova società capace di respirare in modo diverso: lontano dall’individualismo ha trovato sempre un posto per gli altri, passando dal pensiero individuale a quello collettivo, tenendo conto soprattutto delle generazioni nuove e future”. L’approccio politico sta proprio in questo continuo sforzo di “relativizzare l’esperienza individuale al servizio di una visione più ampia di comunità. Abbiamo pensato a quei gruppi di giovani che oggi provano a trasformare la società attraverso avventure politiche intime, che coinvolgono ogni aspetto della loro vita”.
L’attività politica intesa, quindi, come “lavoro di gruppo, con l’obiettivo di mostrare la vitalità di chi insieme prova a dare un senso alle cose, in risposta a chi pensa che la politica sia devitalizzata”.
Perché scegliere Germano come protagonista? “Lo consideriamo un attore estremamente vibrante – rispondono all’unisono Louvet e Fely – capace di porsi in relazione con tutto ciò che lo circonda, che sia essere umano o animale”. Da parte sua l’attore insiste sullo spirito laico alla base del suo lavoro, una preparazione durata due mesi su testi e documentazioni anche riguardo a eremiti contemporanei: “Sin dallo studio del personaggio mi colpiva che questo Francesco non avesse alcun aspetto di lotta con i demoni o dissidio interno, ma fosse un uomo risolto, senza bisogno di mostrare nulla, faceva e basta, in silenzio. Ho raccontato l’esperienza di un essere umano in termini laici, lontano dai codici della santificazione che possono rischiare di far passare il messaggio ‘Ci è riuscito solo lui perché era Lui’. Francesco invece mirava a essere uguale agli altri, soprattutto agli ultimi, proprio a significare che tutti possono compiere il suo stesso percorso di vita”.

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03 Ottobre 2016

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