Rivela il suo progetto nel cassetto Elena Sofia Ricci durante la presentazione della nuova stagione, la sesta, di una delle serialità di maggiore successo della tv generalista, Che Dio ci aiuti, che andrà in onda dal 7 gennaio in prima serata su Raiuno per dieci puntate. “Da un paio di anni sto lavorando a una regia teatrale, una sfida difficile che il Covid ha ulteriormente rallentato. Cadrò come tutti nella prova, già lo so, ma ci avrò provato”. Nella fiction veste, ormai dal 2011, i panni di Suor Angela, una suora appassionata e piena di vita che prende i voti dopo aver scontato una pena in carcere, e che in questa nuova stagione torna ad Assisi, la città dove è cresciuta e dove ha trovato la sua vocazione. Un ritorno che la metterà alla prova e la costringerà a fare i conti con il suo passato. “In questa stagione torniamo a casa sotto vari punti di vista, perché il Convento è un po’ una casa che accoglie gli spettatori che ci seguono da anni, e noi li accogliamo con la stessa follia e allegria che appartengono alle dinamiche della serie. Con una serie di novità legate a nuovi personaggi e a un passato con cui suor Angela dovrà fare i conti, visto che qui torna ai luoghi delle sue origini”.
“Il bisogno di spiritualità e le grandi domande mistiche ce le facciamo tutti, indipendentemente se siamo credenti o meno”, sottolinea Elena Sofia Ricci per spiegare le motivazioni di un successo che va avanti negli anni. “Un altro ingrediente è l’umanità dei personaggi, meravigliosamente fallibili e imperfetti ma che si pongono di fronte al divino con energia e speranza. Che hanno crisi in cui arrivano a chiedersi dov’è Dio, una domanda che, in particolare quest’anno, ce lo siamo posta un po’ tutti”.
Le riprese sono partite nella cittadina umbra lo scorso luglio, in piena emergenza sanitaria: “È stato un anno difficile per il nostro settore che al momento è in una situazione drammatica – ammette l’attrice – come gruppo di lavoro siamo tutti molto consapevoli della fortuna di aver potuto lavorare anche in questo periodo, ma lo abbiamo fatto in condizioni difficili, con la troupe che ha indossato sempre le mascherine, anche in piena estate, con ripetuti tamponi settimanali, durante i quali qualcuno di noi è risultato positivo”. Sono stati proprio quelli i momenti più dolorosi e preoccupanti, racconta, carichi di tensione per se stessi e per le persone care. Rispetto, poi, alle difficoltà operative del realizzare, in un periodo così particolare, una serie che prevede un cast ricco in scena: “Per ottimizzare abbiamo girato contemporaneamente molti episodi diversi, cosa che ha richiesto uno sforzo di concentrazione enorme da parte di tutti. Non abbiano ancora finito di girare, sebbene sia già partita la messa in onda”. Una corsa contro il tempo che era già stata affrontata dal cast della serie in passato, ma che, con la pandemia in corso, è sicuramente una sfida un po’ più difficile da gestire.
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