Economia e cultura si sviluppano col cinema

Una fotografia dei modelli di business nel cinema. E’ ciò che racchiude il secondo numero del 2011 pubblicato da Il Mulino della Rivista Economia della Cultura intitolata “Cinema ed economia”. Presentata al Festival di Roma dall’Associazione per l’Economia della Cultura assieme a The Business Street in collaborazione con BNL, la pubblicazione offre la possibilità di analizzare il rapporto tra cinema ed economia anche in relazione all’avvento delle nuove tecnologie, in particolare di Internet, che ha cominciato ad incidere sui settori produttivi e distributivi dell’industria cinematografica imponendo un profondo ripensamento dei modelli di business. Al contempo però è importante riflettere anche sul modo in cui la settima arte può trasformarsi in possibilità di ricavo sui territori, un processo reso fattibile da una serie di politiche che vanno migliorate per poter conseguentemente ampliare anche le occasioni di business, come illustrato dal secondo panel della giornata.

Tra gli interventi della giornata quello di Luigi Abete, Presidente Bnl Gruppo Bnp Paribas, che si è dichiarato in gran parte soddisfatto del rapporto attuale tra Bnl e industria cinematografica. “L’introduzione del tax credit esterno – ha sottolineato Abete – è stata una riforma chiave perchè mobilita le imprese a sostegno del cinema. Ora dobbiamo lavorare per ottenere l’innalzamento del limite d’investimento per ora fermo a 2,5 milioni e attrarre risorse private che vogliano investire, perchè di soldi pubblici ne arriveranno sempre meno”. In quest’ottica, sempre secondo il presidente è fondamentale chiamare in causa il territorio “potenziando il coordinamento tra Stato e enti locali, grazie anche al ruolo importantissimo delle Film Commission regionali. Le aziende stanno scoprendo come il cinema è un network formidabile di promozione delle risorse di un Paese – ha continuato Abete – Lo step successivo è il superamento della cultura dell’antagonismo, ancora troppo presente nel mondo del cinema. Dobbiamo superarla”.

Tra gli articoli contenuti nella rivista, ‘Il valore del prodotto cinematografico lungo la filiera di sfruttamento’ di Andrea Marzulli, ‘Le politiche pubbliche per il settore cinematografico’ di Nicola Borrelli e ‘Prove di federalismo audiovisivo. Fondi regionali in Europa e in Italia’ di Bruno Zambardino e Federica D’Urso.