È una sorta di seguito ideale di The Tree of Life, il film premiato a Cannes con la Palma d’oro, ma non ha lo stesso magnetismo. Anzi, provoca momenti di noia e sconcerto, tanto è, a tratti, farraginoso e sopra le righe. Insomma, To the Wonder – che era in concorso a Venezia e sarà in sala con 01 dal 4 luglio in una trentina di copie – non ripete il miracolo dell’ultima opera di Terrence Malick ed era stato addirittura fischiato al Lido, fatto piuttosto clamoroso per questo autore tanto amato e addirittura venerato. Anche stavolta siamo di fronte a un poema che intreccia l’amore per la natura e i temi filosofici cari al regista, ma raccontando una storia d’amore. Quello che lega l’americano Neil (Ben Affleck) e l’ucraina Marina (l’ex bond girl Olga Kurylenko) che nei primi giorni del loro legame vediamo vivere su una nuvola rosa tra Parigi e Mont Saint Michel. Quello con la vecchia fiamma Jane, che lui ritrova in Oklahoma (Rachel McAdams) e con cui ha una storia intensa seppure breve durante una crisi del rapporto con Marina, nel frattempo tornata provvisoriamente in Europa con la sua bambina di dieci anni. Infine l’amore per Cristo, anch’esso più che mai tormentato, del sacerdote Padre Quintana (Javier Bardem) che nonostante i dubbi continua il suo apostolato presso i derelitti della città di Bartlesville (gli abitanti hanno partecipato attivamente al film e anche il territorio, che vive un’emergenza ecologica). In qualche modo si parla dell’indissolubilità di certi legami.”Malgrado la separazione, l’amore resta comunque eterno. Una cosa vera, che accade spesso: ciò che ci fa andare avanti è l’amore, non la quotidianità della vita. L’amore vince su tutto. Anche se a volte lo dimentichiamo. Poi la storia si interroga anche su una questione più generale: si tratta di destino, o le persone hanno il libero arbitrio?”, dice Olga Kurylenko. E la produttrice Sarah Green corre a darle sostegno: “L’amore è l’emozione più misteriosa e spesso continua nonostante tutto, come nel caso di Neil e Marina, che non riescono a vivere insieme ma ciò nonostante sono fortemente legati, anche dopo il divorzio, tanto che lei chiede di conservare il nome di lui”.
A loro, insieme all’altro produttore Nicolas Gonda, spettò a Venezia il compito di spiegare le ragioni dell’opera, perché Malick, notoriamente inavvicinabile e schivo, ha continuato ad alimentare la sua leggenda non comparendo. “I film di Terry – spiega l’ex modella Olga Kurylenko, che nella pellicola si muove a passo di danza quasi in una perenne coreografia – sono molto visivi. Sul set ci ha detto di lasciar da parte le parole. Lui riesce a raccontare le sue storie e trasmettere le emozioni attraverso il gesto corporeo, lo sguardo”. Nel cast anche Romina Mondello, nel piccolo ruolo di un’amica italiana di Marina che la esorta a cercare una libertà che la giovane donna, completamente soggiogata dal rapporto con Neil, non sembra volere. L’attrice parla di Malick come di un regista molto attento, profondo, che qualcuno considera maniacale ma non lo è. “E’ un uomo curioso, che sa essere leggero anche quando va in profondità. I suoi film sono fatti di immagini meravigliose”. Romina è stata scelta con un provino in Italia, poi è andata ad Austin, in Texas, per incontrare Malick. “Mi ha chiesto se mi piaceva il nome del mio personaggio, Anna, poi mi ha dato un copione che mi ha stupito perché ci ho ritrovato dentro cose di me molto profonde, anche se ci eravamo visti una sola volta”. Olga Kurylenko, naturalizzata francese, recita in quella lingua e alla sua voce fuori campo è affidata in larga misura la componente “filosofica” della storia. Anche lei ricorda il provino, dove Terry era presente ma in modo discreto. “Dopo ho subito sentito che mi aveva scelto, ci siamo intesi senza tante parole, quasi per telepatia. Lui è un uomo molto intelligente e sensibile, quasi un veggente”. A lei e a Ben Affleck ha chiesto di leggere Tolstoi e Dostoevskij, Anna Karenina, L’idiota e I Fratelli Karamazov.
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