Sulla carta un lavoro facile, ma per Isidoro nulla è semplice, da molto tempo: dopo essere stato un promettente campioncino sulle quattro ruote, infatti, vive da anni con la madre in seguito ad una depressione, passando da uno psicofarmaco all’altro e ingozzandosi di cibo. Ma non può sottrarsi alla richiesta e parte alla volta dell’Ucraina, alla guida di un carro funebre e in compagnia del feretro. Di Taras, questo il nome del morto, non ha che la foto invecchiata di un passaporto e l’indirizzo di un paesino perso nel paesaggio infinito dei Carpazi. Come un cavaliere solitario che affronta un destino più grande di lui – “non a caso come colonna sonora di tutto il film ho voluto una musica che si rifà al genere western”, spiega il regista – Isidoro si ritroverà a dover compiere la sua missione contando solo sulle sue forze, ma riscoprendo risorse credute perse per sempre.
A dare volto, ma soprattutto corpo al personaggio di Isidoro è Nicola Nocella, che definisce questo ruolo uno dei più belli che gli abbiano mai proposto: “Questo film per me è stata una grande occasione e non solo perché mi è piaciuta subito la sceneggiatura, ma perché non si trattava di recitare la solita parte dello sfigato… Isidoro è un campione che a un certo punto comincia ad ingrassare e cade in depressione, diventando un altro… È un personaggio stratificato, ricco di sfumature, interpretarlo mi ha dato grande soddisfazione. Però, devo ammetterlo, è stato molto faticoso: sono dovuto ingrassare venti chili e diventare quasi immobile. Dopodiché ho basato tutto il mio lavoro attoriale sulle piccole azioni e reazioni. Mi sono allenato per giorni a eseguire movimenti meccanici sempre nello stesso modo, come spesso fanno i depressi. Anche il respiro doveva essere minimo. E poi c’era il fatto di essere quasi sempre solo in scena, o meglio solo ma a parlare con un morto”.
“Mi piaceva l’idea di un personaggio come Isidoro che si scopre poco a poco attraverso un continuo confronto con se stesso – sottolinea Magnani – cosa che nel film avviene grazie alla presenza silenziosa di Taras. E poi c’è il confronto fra il protagonista e la realtà che lo circonda, da un lato la tecnologia, che dovrebbe aiutarlo ma ad un certo punto lo abbandona, dall’altro il paese straniero in cui deve compiere la sua missione; e proprio nel momento in cui si incontrano e scontrano le due culture, quella italiana e quella Ucraina mi sono divertito a giocare con i luoghi comuni, in entrambi i sensi: ho cercato di mostrare come noi guardiamo ancora loro, la vodka, la burocrazia immobile e inefficiente, e come loro guardano ancora all’Italia, il bel paese i cui si canta Felicità…”.
Un road movie che ci racconta un est surreale però sempre credibile, proprio come avviene nel cinema di Kaurismaki o di Kusturica che sono sicuramente un punto di riferimento per il regista. Nel film, che uscirà in Italia il 31 agosto, ci sono anche Libero De Rienzo, nel ruolo del fratello di Isidoro e Barbara Bouchet nella parte della madre.
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