E’ morto questa mattina Tonino Guerra, il poeta e sceneggiatore romagnolo collaboratore di tanti grandi registi, da Fellini ad Antonioni, da Rosi ai fratelli Taviani. Nato nel 1920, il il 16 marzo aveva compiuto 92 anni. Da qualche tempo, avendo sentito che la fine si avvicinava, aveva scelto di tornare a vivere nella natia Santarcangelo, lasciando la casa-museo di Pennabilli – sede dell’associazione a lui intitolata – nella quale aveva vissuto dagli anni ’80. Ammalato da qualche mese, Guerra si era aggravato nelle ultime settimane ed era stato ricoverato a Rimini per accertamenti, ma i sanitari lo avevano rimandato a casa. Accanto a lui nell’ora del trapasso, anche il figlio Andrea Guerra, noto musicista.
Se n’è andato il 21 marzo, all’arrivo della primavera e nella giornata mondiale della poesia istituita dall’Unesco. Maestro elementare, poeta, sceneggiatore, ha collaborato con Federico Fellini, Michelangelo Antonioni, Francesco Rosi e i fratelli Taviani, firmando capolavori del cinema mondiale, da L’avventura nel 1960 a La polvere del tempo nel 2008. Nato a Santarcangelo di Romagna il 16 marzo del 1920, era un maestro elementare quando nel 1943 venne deportato in Germania nel campo di concentramento di Troisdorf. Qui, per intrattenere i compagni di prigionia, si mise a raccontare storie come si faceva nelle campagne della sua Romagna accanto al fuoco. E cominciò a scrivere poesie in dialetto romagnolo. Dopo la guerra, si laureò in pedagogia all’università di Urbino, dove lo notò e incoraggiò Carlo Bo, che lo aiutò a pubblicare la sua prima raccolta “I scarabocc”. Divenne quindi membro di un circolo di poeti, “E circal de giudeizi” (il circolo della saggezza) con Raffaello Baldini e Nino Pedretti.
Ma è l’attività di sceneggiatore, iniziata con il trasferimento a Roma nel 1953, che Guerra raggiunge la fama. Con Antonioni firma L’avventura, La notte (1961), L’eclisse (1962) e Deserto rosso (1964). In contemporanea con quest’ultimo collabora a Matrimonio all’italiana di Vittorio De Sica, con cui nel 1970 realizza anche I girasoli. I suoi capolavori li firma certamente con il romagnolo Fellini, nome a cui il suo resterà indissolubilmente legato: Amarcord nel 1973 e dieci anni dopo E la nave va. Lavora anche con Angelopoulos, Mario Monicelli, José Maria Sanchez e Wim Wenders. Negli anni ’80 torna in Romagna, dove, oltre a continuare la sua produzione poetica, si dedica all’architettura del paesaggio e creando installazioni artistiche come L’Orto dei frutti dimenticati, Il Rifugio delle Madonne abbandonate, Il Santuario dei pensieri, L’Angelo coi baffi…
Nel pomeriggio ci sarà a Santarcangelo, suo paese natio, una giunta straordinaria per deliberare il lutto cittadino nel giorno in cui si terranno i funerali. Pochi giorni fa, in occasione del suo 92° compleanno, nella piazza principale di Santarcangelo su cui si affaccia la sua abitazione, la fontana era stata circondata da un soffice manto erboso e da petali di mandorlo, come desiderava lo stesso Tonino. Tra i tanti accorsi a festeggiarlo c’era anche il regista Ermanno Olmi.
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