E’ morto questa mattina al Policlinico Gemelli di Roma il regista Luciano Emmer. Ne dà la notizia l’AdnKronos. Aveva 91 anni e non si era mai del tutto ripreso da un brutto incidente stradale avuto quest’estate. Nei giorni scorsi la Mostra del Cinema di Venezia gli aveva dedicato nella retrospettiva “Questi Fantasmi 2” la proiezione del suo film del 1960, La ragazza in vetrina. Mentre il Torino Film Festival gli aveva tributato un omaggio con una personale nel 2004.
Aveva esordito nel 1938 come documentarista d’arte (Racconto di un affresco e Paradiso terrestre). Il suo primo lungometraggio è stato Domenica d’agosto, film corale sulle varie tipologie di italiani di quegli anni. Seguono Le ragazze di Piazza di Spagna (1952), Terza liceo (1954) e il suo più noto La ragazza in vetrina. Dopo quest’ultimo aveva lasciato il grande schermo per trent’anni, per poi ritornare solo nel 1990 con Basta! Ci faccio un film, cui seguono Una lunga lunga lunga notte d’amore del 2001, e L’acqua… il fuoco, pellicola del 2003 con Sabrina Ferilli protagonista.
Autore di numerose scenette del “Carosello” televisivo, è stato uno dei narratori più attenti dell’Italia negli anni del primo boom economico, di cui ha raccontato speranze e tentativi di sprovincializzarsi. Suo figlio, Michele Emmer, è lui stesso un cineasta.
Domani alle 11:00 la camera ardente al Policlinico Gemelli.
Per Carlo Lizzani Le ragazze di Piazza di Spagna è il film più emblematico del regista scomparso. “Emmer fu un grande regista. Seppe cogliere il senso del dopoguerra, temi nascenti come le donne lavoratrici, l’Italia della rinascita. Il suo fu neorealismo, etichettato rosa, ma rosa era l’Italia di quegli anni, dei primi anni ’50 e Emmer pur senza toccare aspetti tragici come fecero Rossellini e De Santis, riuscì restando in superficie e con leggerezza a dare la cifra di quell’epoca”. Lizzani si è detto orgoglioso di averlo esaltato sin dalla sua apparizione: “Vidi i suoi documentari bellissimi d’arte al Cineguf di Trento e li proposi a a Roma fiutandone il grande talento”.
Cordoglio è stato manifestato dal ministro Sandro Bondi: “Esprimo vivo dolore per la scomparsa del grande maestro del cinema e della televisione. Di lui ricorderemo sempre con infinita nostalgia la sigla del Carosello che ha incantato i più grandi e ha accompagnato a letto milioni di bambini italiani”.
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