Sarà l’anteprima italiana di Quartet, debutto alla regia del 75enne Dustin Hoffman dopo più di 70 titoli come protagonista, a inaugurare ufficialmente la 30 edizione del Torino Film Festival all’Auditorium ‘Giovanni Agnelli’ del Lingotto, con madrina della serata Claudia Gerini. Il popolare attore non ci sarà, a rappresentarlo una delle interpreti, Dame Gwyneth Jones, di questa commedia sceneggiata da Ronald Harwood (Il pianista e Lo scafandro e la farfalla), e dal cast ragguardevole: Maggie Smith, Tom Courtenay, Billy Connelly, Pauline Collins e Michael Gambon.
Humour e tenerezza, con un pizzico di malinconia, per raccontare lo spettacolo annuale che si prepara in una casa di riposo per cantanti lirici e musicisti immersa nella campagna inglese. L’occasione è data dall’anniversario della nascita di Giuseppe Verdi: si torna a calcare la scena per raccogliere fondi e così mantenere in vita Beecham House L’anniversario provoca tra gli anziani conflitti, capricci e fa riemergere rivalità e antipatie legate soprattutto alla vanità degli artisti. C’è chi si fa prendere dalle crisi isteriche, chi si attacca alla bottiglia, chi si rifiuta di cantare.
Ma il caos aumenta quando giunge la notizia dell’arrivo di una nuova pensionante: la diva della lirica Jean Horton (Maggie Smith), che ha così occasione di ritrovare e riformare un quartetto leggendario composto da Reggie (Tom Courtenay), Wilf (Billy Connolly) e Cissy (Pauline Collins). E non finisce qui, perché Reggie è anche il suo ex marito, anzi il quartetto si sciolse proprio quando i due divorziarono.
In verità Dustin Hoffman aveva già tentato la strada della regia più di trent’anni fa, nel 1978, con Vigilato speciale, di cui era il protagonista. Poi rinunciò per passare il progetto, tratto da un romanzo di Edward Bunker, a Ulu Grossbard.
Nel frattempo il direttore del TFF Gianni Amelio affida alle pagine della ‘Stampa’ il suo addio, dopo lo ‘sgarbo’ delle istituzioni che, senza consultarlo preventivamente, hanno fatto il nome del suo possibile successore, il regista Gabriele Salvatores: “I trent’anni del Torino Film Festival coincidono felicemente con i miei trent’anni da regista cinematografico. Nel 1982 Colpire al cuore veniva presentato al Festival di Venezia e qualche settimana dopo ero spettatore al Festival Cinema Giovani. Mi pare una coincidenza felice e fa sì che al mio quarto e ultimo anno di direzione io lasci questa bellissima esperienza senza malinconia ma con una voglia forte di riprendere il mio primo mestiere”.
Qaunto al forfait di Ken Loach che non andrà al Festival in solidarietà di alcuni lavoratori licenziati, Amelio afferma in un’intervista all’Ansa che “il suo è stato un gesto narcisistico con una punta di megalomania. Loach è un signore regista di grandissimo talento che ha solo preso una cantonata. Se avesse voluto difendere la causa dei lavoratori non doveva restare a casa propria, ma venire qui a Torino per difenderla. Questo suo atteggiamento non fa che il gioco di Loach, ma è anche autolesionista nei suoi confronti e in quello degli stessi lavoratori”.
Sul suo prossimo film L’intrepido, con protagonista Antonio Albanese e le cui riprese cominceranno a marzo 2013, Amelio anticipa: “Non so se davvero si può considerare una commedia. Si ride, ma resta anche qualcosa dentro e per questo non a caso ho scelto un personaggio leggero come Albanese per poter dire così con più facilità cose di una certa pesantezza”.
Di tutt’altra natura rispetto a quella di Loach, la reazione di Ettore Scola che riceverà il Gran Premio Torino. Il regista assicura che ritirerà il riconoscimento pur esprimendo solidarietà con i lavoratori in agitazione e spiega la propria posizione. “Un gruppo di lavoratori della Cooperativa Rear, in contrasto col Museo del Cinema per il licenziamento di uno di loro, mi aveva scritto per invitarmi a sostenere la loro protesta rifutando il premio alla carriera che il TFF ha deciso di assegnarmi. Ho risposto – prosegue il regista – che pur comprendendo la loro battaglia non ritenevo opportuno rifiutare il riconoscimento, poiché sarebbe sembrato un rifiuto impropriamente rivolto al TFF e al suo direttore Gianni Amelio, oltre che scarsamente utile alla loro causa. Aggiungevo però che mi dichiaravo disponibile a incontrarli per esprimergli personalmente la mia solidarietà. Il lavoratori della Cooperativa Rear, che si sono addirittura scusati con me riconoscendo inopportuna la loro richiesta anche in nome dell’impegno del mio cinema,hanno accolto il mio invito con entusiasmo” conclude Scola.
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