Incontri online non solo per giovani desiderosi di avventure ed emozioni forti, ma anche per ottuagenari che vogliono rifarsi una vita dopo una vedovanza, ma con un pesante bagaglio di sofferenze alle spalle e magari anche qualche inconfessabile segreto. È questo lo spunto del thriller L’inganno perfetto (The Good Liar) visto al Festival di Torino e in sala con Warner Bros Italia dal 5 dicembre. Tratto dall’omonimo romanzo di Nicholas Searle e diretto da Bill Condon, premio Oscar per la sceneggiatura di Demoni e Dèi, il film si apre come una classica rom com sui due anziani protagonisti – Roy e Betty – che sui titoli di testa chattano in un sito di incontri. Qualche innocente bugia sulle proprie abitudini – non bevo e non fumo… – o sul nome usato per presentarsi, e la voglia di ritrovare un compagno e un primo appuntamento al ristorante. Lei non ha nessuno al mondo se non un affezionato nipote, giovane storico che sta conducendo uno studio sull’architetto nazista Albert Speer (attenzione, il tema del nazismo ritornerà nella trama), lui ha un figlio che non vede mai, perché vive in Australia e ha fatto scelte di vita che il padre non condivide. Insomma, sembrano fatti l’uno per l’altra. Però l’uomo, come scopriamo fin da subito, è un truffatore professionista e senza scrupoli, infatti lo vediamo sottrarre una grossa somma di denaro a un investitore disposto a fare un affare non troppo pulito per raddoppiare gli utili. Quanto alla facoltosa vedova Betty sembra non avere scheletri nell’armadio: ex professoressa universitaria di storia moderna e contemporanea, molto legata al defunto marito, con qualche problema di salute, vive in una villetta a schiera in un ordinato e noioso sobborgo di Londra. E quando Roy accusa un forte dolore alla gamba che gli impedisce di salire i gradini della sua casa, lei si offre generosamente – e forse ingenuamente – di ospitarlo.
Impreziosito dalla sfida recitativa tra due colossi come Helen Mirren (Oscar per The Queen) e Ian McKellen (collaboratore abituale di Condon sin da Demoni e Dèi), due attori che si erano già incontrati sul palcoscenico di Broadway qualche anno fa in Danza di morte di Strindberg, il racconto procede in una prima parte con studiata precisione descrivendo la seduzione della donna con i toni del giallo volutamente hitchcockiano, ma vira del tutto nella seconda parte. Qui si affastellano colpi di scena e anche qualche momento action seguendo la moda attuale che vede anziani divi, da Robert Redford a Clint Eastwood, non disdegnare qualche scena movimentata.
Resta il duetto di grandi interpreti, tuttora fascinosi, specialmente l’impeccabile e implacabile Mirren. “In un certo senso, la storia rivela l’affascinante patologia di un truffatore in carriera – osserva Condon – Ma sebbene il romanzo di Nicholas Searle su cui si basa il film si concentri maggiormente sulla traiettoria di Roy, ho messo istintivamente sullo stesso piano Betty e Roy (o Helen e Ian). Il personaggio femminile e il suo punto di vista hanno lo stesso peso”. Di più non si può dire per non rovinare la visione…
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