Vinicio Marchioni e Daniele Liotti sono le “star” di un piccolo noir italiano che fa gola a Hollywood. Sulla strada di casa, opera prima di Emiliano Corapi, potrebbe avere presto un remake Usa. Sembra perfetta per gli americani, infatti, questa storia di due persone normali, un piccolo imprenditore ligure indebitato e un giovane marito separato che fatica a pagare gli alimenti. Cinema di genere, ma il regista prende le distanze da questa etichetta: “Volevo fare un film di tensione non puramente di genere, ma con una sua profondità, un film che raccontasse una vicenda umana. Il genere puro in Italia non funziona molto, anche A.C.A.B. fornisce uno spaccato che va oltre il poliziesco e affronta temi importanti. Così ho cercato di parlare del bisogno di rimanere integri, fedeli alla propria natura e alla propria identità”.
Corapi è partito da un articolo di giornale dove si raccontava che la criminalità organizzata usa persone incensurate per portare carichi illeciti. Spinti dalla necessità di guadagni extra, uomini “perbene” finiscono così in un brutto giro. “Nel periodo di confusione in cui ci troviamo – racconta ancora il regista – è facile fare scelte sbagliate mentre è molto faticoso e può sembrare poco conveniente restare corretti. Un imprenditore onesto che non adotta escamotage, paradossalmente finisce per legarsi a una banda di criminali e per saltare il fossato della legalità”. Quando conosciamo Alberto (Vinicio Marchioni) una sottile vena di angoscia attraversa la sua quotidianità con la moglie (Donatella Finocchiaro) e il figlio. Lei lo ama proprio per la sua onestà, ma ben presto ci rendiamo conto che per risolvere le difficoltà della sua piccola azienda, Alberto sta facendo qualcosa di inconfessabile. Racconta il regista, che ha impiegato sei anni a chiudere il progetto: “Alberto è poco svelto e poco spregiudicato, ma paga a caro prezzo questa sua lentezza, mentre Sergio, l’altro corriere, è un uomo frustrato che cerca delle scorciatoie, senza rendersi conto di quello che sta facendo finché non compie un gesto estremo”.
Per Vinicio Marchioni, già premiato protagonista di Venti sigarette sulla strage di Nassyria, è stato importante dare un’identità precisa al personaggio: “Sono partito dall’inflessione ligure, che nella storia del cinema recente non c’è mai stata. All’inizio la vedevo come una difficoltà enorme, ma mi sono poi reso conto che da quel modo di parlare veniva un indizio sulla personalità di Alberto, il suo essere un uomo normale. Quante volte leggiamo sui giornali di persone qualsiasi che perdono la testa? In questi vent’anni ci hanno propinato tante bugie, ma la verità è che tanta gente non arriva alla fine del mese e la paura è uno dei sentimenti più frequenti, un sentimento che muove le azioni delle persone. Alberto non dice a nessuno che va a fare questi viaggi per non uccidere la sua identità di brav’uomo e buon padre di famiglia”. Aggiunge Daniele Liotti: “Sergio, il mio personaggio, è la rappresentazione della paura, vive al ciglio del vortice, da un momento all’altro può essere sbalzato fuori. Quella tra lui e Alberto è una guerra tra poveri che può portare a conseguenze imprevedibili”. Liotti è stato colpito soprattutto dalla frustrazione del suo personaggio. “Lui e Alberto sono due facce della stessa medaglia. Sergio è irrisolto, immaturo e superficiale, non ha accettato di sobbarcarsi una serie di responsabilità e ora la sua vita è al capolinea, ha bisogno di una catarsi, mentre Alberto è solo all’inizio di questo percorso ma potrebbe diventare come lui”.
Premiato in vari festival, tra cui Annecy e Trieste, applaudito anche a Montreal, il film è costato meno di 300mila euro, come racconta uno dei produttori, Andrea Pedrozzi: “E’ un prodotto completamente indipendente, anche perché non abbiamo avuto i finanziamenti né dal ministero né da Rai Cinema, nonostante l’apprezzamento avuto dalla sceneggiatura”. Distribuito Iris Film, Sulla strada di casa uscirà il 3 febbraio in una ventina di copie circa.
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