BERLINO – Basato su una piccola porzione del romanzo del 2004 di Jonathan Raymond The Half-Life: A Novel, come pure il suo film precedente, First Cow di Kelly Reichardt è il secondo titolo a firma femminile del concorso di Berlino. Un western anticonvenzionale e antiepico, una storia di amicizia virile tratteggiata con tocco delicato e con spunti di umorismo anglosassone, molto letterario. Il film inizia ai giorni nostri, quando una donna, a passeggio col suo cane sulle rive di un fiume, scopre uno scheletro sepolto tra il fango e le foglie nella foresta. Da qui siamo catapultati all’inizio del XIX secolo in mezzo a un gruppo di cacciatori di pelli nell’Oregon selvaggio. Tra loro un cuoco (John Magaro) che si imbatte in un cinese (Orion Lee) anche lui nel West alla ricerca di opportunità. Tra i due nasce quasi subito un legame personale e imprenditoriale, il cuoco infatti prepara delle gustose frittelle che vanno a ruba nell’improvvisato mercato dove si compra e si vende un po’ di tutto: tuttavia la materia prima dei dolcetti è il latte di una mucca, l’unica nella zona, di proprietà di un ricco possidente (Toby Jones), che viene munta di nascosto dal cuoco ogni notte. Come si vede un piccolo spunto che viene dilatato in una narrazione di due ore.
Scritto da Kelly Reichardt con lo stesso Jonathan Raymond, il film descrive minuziosamente, con grande verità di dettagli, un mondo di dropout che aspirano però a entrare a pieno titolo nel sistema economico. Questi vagabondi quasi chapliniani, sporchi e laceri, che vivono in baracche improvvisate e usano oggetti di fortuna ma si entusiasmano per un pasticcino che ha il sapore dei dolci di mamma, cosparso di miele e spolverato di cannella. Mentre i due protagonisti sognano di aprire un albergo a Sud.
Per la regista di Miami, classe 1964, “la mitologia del West, che è parte integrante della storia americana, è qui riscritta da un punto di vista molto diverso, come quando si leggono i diari delle viaggiatrici sulla frontiera”. La sua è una Frontiera quasi senza sparatorie, dove un uomo lascia un neonato in una cesta per partecipare a una rissa e un altro desidera più di tutto mangiare un clafoutis ai mirtilli come se fosse a Londra, un West dove i nativi vivono in stretta connessione con gli anglosassoni e le razze sono mescolate in un melting pot ante litteram. Girato in Super16, First Cow ha una visione “intima che corrisponde ai personaggi e ai paesaggi senza grandiosità, ma semmai ispirati alle foto di Robert Adams”, coma ha spiegato l’autrice in conferenza stampa.
Uno studio storico ha confermato le anticipazioni dei media sul coinvolgimento nazista del fondatore della Berlinale Alfred Bauer, figura chiave della propaganda nazionalsocialista e fervente seguace di Hitler
Una selezione di cinque film provenienti dall’ultima edizione del festival saranno presentati al pubblico giapponese in occasione del Nara International Film Festival, dal 18 al 22 settembre: Los Lobos di Samuel Kishi Leopo, The Earth Is Blue as an Orange di Iryna Tsilyk, My Name Is Baghdad di Caru Alves de Souza, Voices in the Wind di Nobuhiro Suwa e Cocoon di Leonie Krippendorf
Alla presenza del ministro Dario Franceschini, della sua omologa tedesca Monika Grütters, dell’Executive Director della Berlinale Mariette Rissenbeek e del direttore delle Relazioni Internazionali di Anica e coordinatore dei Desks Audiovisivi di ICE-Agenzia Roberto Stabile, è stato siglato a Berlino l’accordo che prevede la partecipazione dell’Italia come Paese in Focus alla prossima edizione dell’European Film Market
Bilancio positivo per la 70esima Berlinale con circa 22.000 professionisti dell'industria da 133 paesi e 330.000 biglietti venduti. Il 71° Festival di Berlino avrà luogo dall'11 al 21 febbraio 2021