CAGLIARI – Donatella Finocchiaro sta per debuttare alla regia teatrale de La lupa, opera di Giovanni Verga. A spingerla in questa nuova avventura è stata Emma Dante, che l’aveva diretta ne Le sorelle Macaluso. Ma l’attrice, come ci racconta dal Filming Italy Sardegna Festival, dove ricopre il ruolo di madrina della quinta edizione, ha già pronta anche una sceneggiatura per il cinema, L’appartamento, una storia che vuole dirigere, a distanza di undici anni dal suo primo documentario, Andata e ritorno. Mentre la vedremo nel film La stranezza di Roberto Andò interpretare la moglie pazza di Luigi Pirandello, al fianco di Toni Servillo.
Donatella, si prepara a un esordio importante…
Inizio le prove dello spettacolo la prossima settimana. All’inizio dovevo solo essere la protagonista di questa pièce prodotta dallo Stabile di Catania, che la produce. Ma non si trovava un regista. Così ho chiesto a Emma Dante se voleva farla, ma lei stava lavorando già al suo nuovo film. È stata lei a dirmi: “Perché non la fai tu? Dopo vent’anni che fai questo mestiere chi può dirigerti meglio di te?”. All’inizio pensavo fosse qualcosa di troppo forte per me e invece Emma mi ha dato coraggio e ho detto di sì. In fondo, ora credo di avere una certa esperienza. Avevo già diretto un laboratorio teatrale che era andato molto bene.
Questo è stato un anno in cui si è dedicata molto al teatro.
Sono stata in tournée con Il filo di mezzogiorno, per la regia di Mario Martone. Ho proposto io un adattamento a Ippolita Di Majo del libro di Goliarda Sapienza. Ma dopo tutti questi mesi sul palcoscenico, ho voglia anche di fare cinema.
Ultimamente ha girato il film di Andò, La stranezza.
Sono felice di essere tornata a lavorare con Roberto. Mi ha proposto un ruolo meraviglioso, la moglie pazza di Pirandello. Ed è stato stupendo incontrare Toni Servillo, per cui provo grande stima e simpatia. Abbiamo girato delle scene meravigliose insieme, in cui lui combatteva con la mia follia.
Il prossimo anno vuole fare più cinema e serie, quindi?
Ho dei progetti e devo decidere quali fare e quali no. Tra questi c’è anche la regia di un film. Ho una sceneggiatura pronta, L’appartamento, che ha scritto il mio ex compagno Edoardo Morabito. La devo far leggere a un paio di produttori e spero che ci sia la possibilità di realizzare il film. La prima e unica regia per il cinema risale al 2011.
Come mai?
Credo in questo lavoro vadano assecondate le esigenze che uno sente in quel momento. In questi anni non mi è mai mancato il lavoro e la regia è qualcosa di molto impegnativo, che richiede tempo. Ora sento che è arrivato il momento, dopo questa esperienza a teatro, voglio riprovare anche al cinema. Ho incontrato Valeria Golino in aeroporto l’altro giorno e lei sta lavorando alla regia della serie L’arte della gioia, tratta sempre da un libro di Goliarda Sapienza. E ho pensato che è meraviglioso che stia realizzando un progetto così. Noi donne dovremmo darci da fare. Certo per chi ha una figlia come me non è semplice.
Come riesce a conciliare il lavoro di attrice, e ora di regista, con la vita da mamma?
Una figlia può condizionare le scelte. La mia tra poco compie 8 anni e si accorge della mia assenza. Essere madre cambia la vita e per le donne che lavorano non è facile. Io ricordo di averla portata qui in Sardegna per le riprese di un film quando aveva pochi mesi. Tra una scena e l’altra la allattavo. Si può fare, anche se è complicato. Io ho sempre avuto la fortuna di avere anche il padre di mia figlia presente nella nostra vita, anche se ora non stiamo più insieme.
Cosa pensa della crisi del cinema, dovuta alla pandemia?
Il problema delle sale c’è sempre stato e ora ancora di più. Le produzioni sono aumentate in questi anni, noi attori abbiamo lavorato ininterrottamente. In questo momento il teatro e i concerti stanno andando benissimo, rispetto al cinema. Ma penso che uno dei problemi sia il fatto che bisognerebbe educare i ragazzi all’importanza della sala. Oggi possono vedere un film anche dal cellulare, ma non è la stessa cosa. Il cinema è un’opera d’arte che va ammirata sul grande schermo. Certo è importante anche che le sale siano belle e confortevoli. Sono stata al Cinema Troisi a Roma ultimamente a vedere Nostalgia di Martone ed è stata un’esperienza meravigliosa.
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