VENEZIA – Dolph Lundgren, il leggendario Ivan Drago di Rocky IV, che riprenderà il ruolo a brevissimo nel secondo spin-off della serie Creed 2, è la star della conferenza della Sunfilm Group al Lido, dove vengono presentati i nuovi corsi dell’Academy oltre ai progetti dell’attore svedese a Taranto, dove ha girato l’action drama The Tracker (Il Localizzatore) dello sceneggiatore e regista italiano Giorgio Serafini.
Il colossale e iconico attore tiene una vera e propria masterclass, in cui racconta del suo primo incontro con Stallone, del suo lavoro e dei suoi trascorsi: “Studiavo ingegneria, ed ero molto bravo, ma non ero felice. Allora mi hanno consigliato di fare il modello e l’attore. Lì abbiamo cominciato a ragionare. Sono diventato famoso prestissimo, a 26 anni, senza la minima esperienza sul campo ed è stato molto difficile rendersene conto. Sly è una persona adorabile, ho imparato tanto da lui, quando giravamo mi incitava ‘dacci dentro’, e combattevamo, però sempre in grande amicizia. Ora in Creed 2 facciamo ruoli drammatici, i combattimenti li fa l’attore che interpreta il figlio di Drago. Non sembro per niente in forma nel film, ho i capelli bianchi e sembro stanco, così come Rocky del resto che nel film precedente era molto malato e ancora ne porta i segni. Abbiamo fatto un’intervista insieme e dicevamo ‘ehi, ricordatevi che questo è solo make up!’, eravamo ridotti veramente male”.
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Il regista di Perfetti Sconosciuti, giurato a Venezia 75, rilascia un'intervista a 'La Repubblica', specificando che "il film vincitore passerà anche al cinema", in merito alla protesta delle associazioni di categoria circa l'assegnazione del Leone d'oro a Roma di Cuaron, prodotto da Netflix
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