“Abbiamo sempre fatto film pesanti. Perché siamo un po’ così, crepuscolari. Però nella vita siamo stati salvati da un’ironia che pervade tutto quello che facciamo. Mentre venivamo qui in macchina non avevamo molta voglia di stare in mezzo alle persone, allora ci siamo visti un’intervista a Bello Figo Gu e ci siamo detti ‘ok dai possiamo farcela’”. Così Damiano e Fabio D’Innocenzo, ospiti della diciannovesima Festa del Cinema di Roma, dove hanno tenuto una masterclass dedicata alla loro filmografia a poco più di un mese dall’uscita su Sky della loro serie Dostoevskij, in uscita il 27 novembre. In conversazione con il critico cinematografico Alberto Pezzotta, i gemelli registi hanno commentato alcune clip tratte da diversi film della storia del cinema, riflettendo su influenze e congiunzioni con la propria opera. “Mi sento sempre un bluff quando vedo queste cose”, scherza Damiano D’Innocenzo osservando la prima sequenza di Too Many Ways to Be No. 1, film di Hong Kong del 1997. “Quando vedo esempi così lampanti di precisione mi sento un bluff. Al contempo però a volte faccio fatica coi film degli altri, se trovo una scena impressionante in 10 film che vedo mi ritengo soddisfatto”.
A proposito di precisione, i D’Innocenzo raccontano di essere sempre meticolosi sul set, lasciando poco o nulla all’improvvisazione. “Noi facciamo sempre molti storyboard ma poi quando siamo sul set spesso cambiano tante cose. Per noi non c’è niente di peggio che fare inquadrature di prestigio, perché chiunque potrebbe realizzarle. Bisogna cercare il punto di vista corretto. Fare gli storyboard è anche un modo per riappropriarsi di una dimensione giocosa, fatta di disegno e libertà”. C’è poi la direzione degli attori, su cui i D’Innocenzo scommettono sempre molto per la riuscita dei propri film. “Se c’è una cosa in cui siamo veramente bravi è la direzione degli attori”, spiega la coppia di registi. “Significa sceglierli bene dopo averli provinati – cosa che a volte spesso in Italia non si fa e molti ruoli vengono regalati – e ci parliamo tantissimo per andare a fondo della scena e del mistero che deve conservare”.
Tarantino, Caligari e tanti altri i riferimenti dei D’Innocenzo, che rievocano le suggestioni che li hanno maggiormente cresciuti come cinefili e registi. “Film incredibilmente dolci quelli di Caligari”, commentano. “Abbiamo un rapporto molto personale con i suoi film e ci fa arrabbiare pensare che abbia fatto solo tre film, come due come noi”. Riguardando un passaggio de L’odore della notte, i registi hanno espresso la loro immensa ammirazione anche per l’attore Valerio Mastandrea – che nel film di Caligari ebbe la sua prima vera parte di spessore – con cui vorrebbero lavorare al più presto e che, rivelano, avrebbe dovuto avere un ruolo importante in Dostoevskij.
In un mix spesso comico tra orgoglio e imbarazzo, Fabio e Damiano D’Innocenzo guardano con un certo guizzo critico le proprie opere. E non sempre sono d’accordo. Su America Latina la spaccatura più evidente, sia per la ricezione critica che ebbe il film presentato a Venezia nel 2022, sia per il diverso approccio che adottarono sul set. “Sono molto severo con il film perché mi fa pensare a come ci ho lavorato”, spiega Damiano D’Innocenzo. “Capita quando inizi a crederti bravo, e dopo Favolacce mi ci sentivo. Per Dostoevskij, invece, ho vissuto tutti i 5 mesi di riprese con la consapevolezza di essere scarso”. Tutto sembra diverso in Dostoevskij. Se America Latina è stato il loro “parco giochi per dare spazio alla creatività”, la serie ha dato ampio spazio alla sperimentazione visiva, la nuova serie prodotta da Sky Studios e Paco Cinematografica “è più semplice e dimessa, non ha grandi guizzi stilistici perché era importante che restasse ancorata a una realtà mesta, terrena”. Dostoevskij, la cui divisione a puntate non impedisce ai D’Innocenzo di definirla sempre e comunque “film”, è stata distribuita al cinema da Vision Distribution dall’11 al 17 luglio e approderà su Sky Atlantic dal 27 novembre. Damiano e Fabio D’Innocenzo l’hanno ideata, scritta e diretta per intero. Nel cast Filippo Timi, Carlotta Gamba, Gabriel Montesi e Federico Vanni
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