“Il mio film nasce da una riflessione sul rapporto che il nostro cinema ha con il paesaggio italiano. Il tentativo è allora quello di raccontare la trasformazione di questo paesaggio attraverso il segno forte di tre grandi registi che hanno scritto la storia del nostro cinema, già a partire dagli anni della guerra”.
Carmelo Marabello è l’autore di Dietro il paesaggio: i sopralluoghi italiani di Antonioni, Rossellini , Visconti, il film di montaggio, da un’idea di Marina Cicogna prodotta da Giovanni Bertolucci, che sabato 28 settembre sarà presentato al nuovo Auditorium di Roma, nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio. Il film di Marabello, accompagnato dal vivo dalla voci recitanti di Gabriele Lavia e di Jeanne Moreau, sarà l’evento di questa serata dedicata al cinema italiano voluta dal ministero dei Beni e Attività culturali e realizzata da Italia Cinema.
“Seguendo e saggiando come traccia il ciclo del pittore Boccioni ‘La trilogia degli stati d’animo’, il film racconta di addii, città, corpi nel paesaggio della natura, volti nel segno dell’arrivo e delle partenze”, spiega Marabello che è stato redattore e autore di ‘Fuoriorario’, vicedirettore del Festival del Cinema di Taormina, e produttore per la Rai di Alfabeto Italiano.
Antonioni, Rossellini e Visconti hanno raccontato in modo esplicito, ciascuno secondo il proprio stile e temperamento, il paesaggio in mutamento del nostro paese, quel paesaggio che la pittura ha raccontato sino al ventesimo secolo. Ma quale è il loro rapporto con il paesaggio? “Quello di Rossellini è fatto di flagranza, un rapporto più immediato e diretto – risponde Marabello – Quello di Antonioni più teorico, nei suoi film il paesaggio si fa spazio e architettura. Visconti lo teatralizza, lo trasforma in una sorta di quinta come se lo spettatore assistesse a un kammerspiel ma in un ambiente esterno”. Alla fine emerge un’immagine molteplice del nostro paese, fatta di natura e città, che ha formato la percezione visiva del pubblico italiano e non.
Marabello, grazie alla Cineteca italiana, ha attinto a tutte le opere dei tre registi, con la sola eccezione de Il gattopardo di Visconti per un problema di diritti e di Vanina Vanini di Rossellini per ragioni di qualità della pellicola, del resto i suoi film sono quelli che versano in condizioni peggiori. “Ho utilizzato anche i cortometraggi, di Antonioni per esempio le immagini di N.U. – Nettezza urbana ma anche quelle più recenti di Noto, mandorli, Vulcano, Stromboli, Carnevale. Non ho masterizzato le immagini, ho lasciato il sonoro originale. Non volevo un dolby stereo di oggi, ma rispettare i materiali dell’epoca”.
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