Nel novembre 2011, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura ha ufficialmente designato il 30 aprile come Giornata Internazionale del Jazz, presieduta e guidata dal Direttore Generale dell’UNESCO Audrey Azoulay e dal leggendario pianista-compositore jazz Herbie Hancock.
La Giornata Internazionale del Jazz riunisce comunità, scuole, artisti, storici, accademici e appassionati di jazz in tutto il mondo per celebrare e conoscere le sue radici, comprendere il suo futuro e il suo impatto; sensibilizzare sulla necessità del dialogo interculturale e della comprensione reciproca e rafforzare la cooperazione e la comunicazione internazionale.
Ogni anno, il 30 aprile, il jazz viene riconosciuto infatti come motore per la promozione della pace, del dialogo culturale, della diversità, dei diritti umani, della parità di genere e della libertà di parola.
La Giornata Internazionale del Jazz è il culmine del Jazz Appreciation Month, che richiama l’attenzione del pubblico su questa straordinaria forma musicale che ha plasmato culture e coscienze e sul suo straordinario patrimonio, per tutto il mese di aprile.
Ovviamente Hollywood è stata da sempre affascinata dal jazz fin dalla nascita del genere, ispirata dalla creatività e dalle lotte dei suoi artisti. Le storie personali dei suoi esponenti più iconici sono spesso emozionanti, divertenti ed emotive quanto la musica che hanno creato.
Poeti, pittori e ballerini hanno adottato il linguaggio del jazz e hanno cercato di fonderlo con i principi della propria forma d’arte. Come fece ad esempio il poeta beat Jack Kerouac che dichiarò con fermezza di voler essere considerato un “poeta jazz”.
La musica jazz e i suoi musicisti, a volte tormentati, hanno da tempo affascinato registi e scrittori, forse più di qualsiasi altra forma d’arte grazie anche agli innumerevoli temi da esplorare attraverso le sue storie: dalle discriminazioni razziali, all’identità fino al sesso, alla droga e all’edonismo.
Quindi, andiamo subito al sodo!
Ecco dieci delle migliori rappresentazioni del jazz sullo schermo, per i neofiti del genere e per gli appassionati più esperti.
Film basato sulla vera biografia del cornettista Bix Beiderbecke interpretato da Kirk Douglas. Beiderbecke è uno dei primi di una lunga serie di musicisti jazz con una storia tragica: morì all’età di 28 anni per complicazioni dovute all’alcol.
Kirk Douglas, spentosi nel febbraio 2020 all’età di 103 anni, ci ha regalato uno dei ritratti più credibili e accattivanti di un musicista jazz mai visti al cinema. È possibile percepire l’infatuazione del suo personaggio per la musica e vedere il prezzo che paga per questa sua ossessione.
Il resto del cast è stellare: Doris Day, Lauren Bacall e il leggendario cantautore-pianista Hoagy Carmichael.
La musica è stata definita dal New York Times “lo spirito essenziale del film”, in quanto la tromba di Douglas è doppiata da quella di Harry James, uno dei più importanti bandleader dell’epoca.
Questo documentario di Bert Stern ritrae il Newport Jazz Festival del 1958, portando sullo schermo uno dei periodi più emozionanti della storia del jazz.
Quello di Newport è uno dei festival jazz più iconici del mondo, con molti album classici registrati dal vivo durante l’evento, la cui prima edizione risale al 1954.
Il film cattura solo una piccola parte dei molti musicisti di rilievo che si sono esibiti alla manifestazione, ma è comunque straordinario.
Il fotografo Bert Stern immortala un gruppo all-star che comprende la cantante jazz Dinah Washington, Louis Armstrong e Thelonious Monk. Stern mescola perfettamente le riprese del concerto con una panoramica scintillante dei dintorni del festival.
Da quando è stato inserito nel National Film Registry degli Stati Uniti, ha ricevuto il plauso della critica ed è considerato uno dei più grandi film di non-fiction sul jazz.
Questo gioiello cinematografico è il tributo di Francis Ford Coppola al Cotton Club, uno dei più leggendari locali jazz di Harlem. È un thriller poliziesco con la scena jazz della Grande Mela a fare da sfondo. Richard Gere interpreta il ruolo di un trombettista che si innamora della compagna di un gangster locale.
Nel frattempo, vediamo Cab Calloway e una serie di musicisti che hanno fatto la storia del jazz che performano in mezzo al dramma e alla violenza. L’insieme è splendido da guardare e vale la pena cercarlo nonostante fu un fallimento al botteghino.
A volte è necessario un osservatore esterno per far luce su ciò che accade all’interno di un’altra cultura. È questo il caso di Round Midnight, uno dei più straordinari lungometraggi sul jazz mai girati, una lettera d’amore francese per la forma d’arte più puramente americana.
Diretto e co-sceneggiato da Bertrand Tavernier, trasmette il dolore dell’esistenza di un musicista jazz e l’impareggiabile gioia di esibirsi sul palco. Ogni inquadratura del film dimostra l’attenzione del regista francese per i dettagli e la sua genuina passione per la cultura che racconta.
Dexter Gordon interpreta il sassofonista alcolizzato Dale Turner, arrivato a Parigi per suonare in un club mentre lotta contro la sua dipendenza dall’alcol. Turner intraprende un viaggio a ostacoli verso la guarigione e la redenzione dopo aver fatto amicizia con Francis (François Cluzet), un fan che idolatra Turner.
L’amore di Clint Eastwood per il jazz è noto da sempre. Un primo esempio è il suo classico del 1971 Brivido nella notte, in cui un DJ – interpretato dallo stesso Eastwood – fa una passeggiata nel vero festival jazz di Monterey.
La sua passione per il pioniere del jazz Charlie “YardBird” Parker è culminata in questa biografia del 1988 con Forest Whitaker nei panni del talentuoso e tormentato sassofonista.
Sebbene il progetto abbia richiesto anni di lavoro, Eastwood è riuscito a fornire una finestra accattivante sulla vita e sulla carriera troppo breve del gigante del jazz.
Anche se non è il miglior film di Spike Lee, Mo’ Better blues vede Denzel Washington in uno dei suoi ruoli più memorabili. La pellicola arriva dopo il successo di Lee che con l’esordio Fa’ la cosa giusta dell’anno prima aveva conquistato in una volta sola la critica e il pubblico internazionale.
Il leggendario regista newyorkese usa la musica e le tensioni di un’epoca passata per trasmettere verità eterne sull’arte, gli affari e il perseguimento di un obiettivo. Accanto a Washington un bravissimo Wesley Snipes nel ruolo del suo arrogante sassofonista.
Robert Altman è cresciuto a Kansas City e ha conosciuto direttamente i leggendari jazz club della città degli anni Trenta, tra cui l’Hey Hay Club. I luoghi e i suoni della cultura jazzistica di inizio Novecento della città fanno da sfondo a un thriller poliziesco, che però non spicca per originalità.
Si tratta di uno dei film meno conosciuti del regista e, sebbene non sia tra i suoi migliori, ci sono diversi momenti intriganti grazie al cast sempre eccellente e alla musica, che presenta artisti jazz moderni che riproducono vecchi brani sotto la direzione del grande produttore Hal Wilner.
Con un inaspettato senso del pericolo, Harry Belafonte interpreta il gangster Seldom Seen, mentre leggende del jazz come Coleman Hawkins, Lester Young e Ben Webster sono rappresentate sullo sfondo di un rapimento.
È possibile per un film d’animazione rendere giustizia all’enigmatica arte del jazz? Chico & Rita diretto dal maestro Fernando Trueba, e che ha ottenuto una nomination agli Oscar, risponde brillantemente a questa domanda.
Una storia d’amore animata che segue il musicista jazz Chico e la vocalist Rita mentre inseguono i loro sogni musicali e navigano in una relazione difficile dall’Avana a New York, fino a Hollywood e Parigi.
Il film, parzialmente basato sulla vita dell’artista cubano Bebo Valdes, descrive brillantemente la fusione tra il jazz americano e la musica cubana.
A parte l’animazione brillante, in cui compaiono Nat King Cole e Dizzy Gillespie (tra gli altri), la musica è da sola un motivo sufficiente per dare un’occhiata a questo gioiello a cartoni animati.
Sebbene alcuni puristi del jazz (e gli artisti in generale) abbiano espresso insoddisfazione per il modo in cui Whiplash ritrae il mondo della musica professionale, è innegabilmente uno dei pochi film che tentano di approfondire le pressioni e la competitività della formazione jazzistica.
È molto ben recitato, e la sfolgorante interpretazione di J.K. Simmons nel ruolo dell’istruttore di musica al limite della follia Terence Fletcher gli è valsa l’Oscar come miglior attore non protagonista. E, naturalmente, ha una colonna sonora eccezionale.
Il film di Damien Chazelle racconta di un giovane batterista (Miles Teller) che frequenta un prestigioso conservatorio di New York e viene istruito da un esigente insegnante di musica non meno duro e manipolatore del sergente istruttore di Full Metal Jacket.
Anche la Disney-Pixar non ha resistito al magnetismo narrativo del jazz. In piena emergenza covid è uscito solo su piattaforma (e a distanza di anni recuperato in un’uscita speciale nei nostri cinema) questo interessante lungometraggio d’animazione dalle forti connotazioni filosofiche ed esistenziali che segue un insegnante di musica delle scuole medie e pianista jazz in crisi (interpretato da Jamie Foxx nella versione originale), mentre cerca di riunire il suo corpo e la sua anima prima del suo primo grande concerto. Per animare accuratamente le performance jazz, gli animatori della Pixar hanno studiato le dita di Jon Batiste, bandleader del Late Night With Stephen Colbert e uno dei consulenti musicali del film.
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