Delitto di Novi Ligure, 13 anni dopo un film

“Ho cominciato a pensare ad Amoreodio verso la fine del 2009 - dice il regista Cristian Scardigno - lo spunto era un fatto di cronaca nera poi abbandonato per rivolgere l'attenzione sugli adolescenti"


E’ un tragico fatto di cronaca del 2001, l’assassinio a colpi di coltello della madre e del fratellino  da parte della 16enne Erika e del fidanzato 17enne Omar, che in un primo tempo incolperanno due extracomunitari, ad aver ispirato Cristian Scardigno che ha diretto Amoreodio, liberamente ispirato ai fatti di Novi Ligure.
Protagonisti del film sono la giovane Katia, apatica e frustrata, che trascorre le giornate in compagnia del suo ragazzo, Andrea. Quando non è con lui, incontra di nascosto altri ragazzi, guarda video proibiti su internet e litiga continuamente con i propri genitori. La monotonia del piccolo paese in cui vive, la trascina in un vortice di immoralità e trasgressione che, insieme ad Andrea, la porterà ad un tragico epilogo.

“Ho cominciato a pensare ad Amoreodio verso la fine del 2009, lo spunto era un fatto di cronaca nera poi abbandonato per rivolgere le mie attenzioni sugli adolescenti e le loro inquietudini. Nascono così Katia (Francesca Ferrazzo) e Andrea (Michele Degirolamo), coppia di ragazzi incapaci di interagire con l’esterno che li circonda – spiega Scardigno – Estranei al guscio familiare, decidono di vivere ai margini e innalzano un muro che esaspera la loro solitudine e li confina in una terra di nessuno. Ci troviamo di fronte ad una storia di assenze e di mancanze. Sono assenti gli adulti e gli affetti, sono aridi i sentimenti e mancano i rapporti sani e di confronto”.

Il regista non ricerca le cause, non mostra il principio del malessere e non è condizionato dalla spettacolarizzazione o dalla morbosità. “E’ una storia pessimista che comincia in medias res, nel bel mezzo della discesa emotiva agli inferi di Katia, che all’inferno c’è già”.
Per Michele Digirolamo “è positivo che il film sia stato scelto anche per essere proiettato nelle scuole perché può rappresentare uno spiraglio, un campanello d’allarme su quelle difficoltà a comunicare che ci sono spesso nelle famiglie”. Per Francesca Ferrazzo i mondi virtuali molto frequentati dai ragazzi oggi, infatti, “spesso hanno l’effetto di ingrandire una solitudine che si trascina, perché è molto più semplice scriversi piuttosto che parlarsi”.
Il film, presentato al Festival di Annecy 2013 dove – Premio per la Miglior Attrice (Francesca Ferrazzo), esce in sala il 9 ottobre distribuito da Underdog Film e nel cast figurano anche Chiara Petruzzelli, Raffaele Buranelli, Lorenzo Mangiapelo, Piergiuseppe Francione, Gianluca Cammisa e Lorenzo Robino.

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03 Ottobre 2014

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