Decreto salva-cinema

Nuovi finanziamenti – circa 80 milioni di ¬ – per il mondo del cinema e nuove misure di contrasto alla pirateria. Sono i due punti fondamentali del decreto che contiene misure urgenti per il cinema approvato dal Consiglio dei ministri oggi, 12 marzo 2004, dopo la protesta del ministro Urbani, che disertò la riunione della scorsa settimana poiché il provvedimento era stato depennato dall’ordine del giorno.
Un provvedimento tampone, come l’ha definito il ministro, per far fronte all’emergenza finanziaria per il cinema. Un decreto salva-cinema, come hanno scritto i giornali. “Si stava spendendo più di quello che era disponibile: in sei anni ci sono state uscite per 1 miliardo 200 milioni di vecchie lire a fronte di entrate per 450 milioni. Con la vecchia legge si spendeva tre volte di più rispetto alle prospettive di entrata”, ha spiegato Giuliano Urbani. “I finanziamenti andavano per l’80% a film che avevano incontrato un irrilevante favore del pubblico: tutti insieme non raggiungevano i 500 spettatori”.
La copertura finanziaria del decreto, tema su cui c’era stata divergenza di vedute, è assicurata dai fondi di settore, dal Lotto e dalla legge che destina il 3% degli stanziamenti per le grandi opere ai Beni Culturali. “Le risorse per il cinema sono molto maggiori del fabbisogno, pari a 7-8 volte in più del pregresso”. Ma sono circa 80 i film in attesa del finanziamento più altri 50 circa riconosciuti di interesse nazionale ma che non hanno mai avuto i soldi.
Per quello che riguarda le misure di contrasto alla pirateria, anche nel settore musicale, le sanzioni amministrative arrivano fino a 1.500 euro, le sanzioni penali prevedono una multa che va da 5 a 30 milioni di vecchie lire e la reclusione da sei mesi a tre anni.
Urbani, infine, ha voluto porre fine alle polemiche ringraziando il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il ministro Tremonti, “che svolge il compito più difficile di tenere la coperta stretta per coprire il più possibile”.