Ieri sera su GQ è apparso un articolo dal titolo “Come il CEO di Warner Bros. Discovery è diventato il nemico pubblico numero uno a Hollywood”. Pochi minuti dopo è stato messo offline, rieditato e oscurato una seconda volta. Su Twitter, qualcuno ha notato la stranezza del fatto e presto hanno iniziato a circolare screen delle due versioni dell’articolo, ancora disponibile su Internet Archive e per breve tempo anche su Yahoo News.
Nel pezzo a firma Jason Bailey venivano elencati i molti problemi del responsabile di Warner, da tempo osservato speciale a Hollywood. Recentemente il CEO è stato criticato anche durante una manifestazione pubblica da alcuni manifestanti della Writers Guild of America, il sindacato degli sceneggiatori ora in sciopero. “Paga i tuoi scrittori”, avrebbero protestato alcuni studenti mentre il CEO di Warner Bros. Discovery concludeva un discorso alle classi laureande della Boston University Class.
Le due versioni dell’articolo differiscono per il tono, più pacato nell’ultimo rieding. Rick Ellis di All Your Screens ha contattato GQ per sapere le ragioni delle modifiche, ma per ora la testata ha rifiutato di lasciare dichiarazioni in merito. Qualcuno fa notare che la società che possiede GQ, Advance Publications, controllava il 31% delle azioni ordinarie e di voto di Discovery Communications prima che questa passasse alla società via cavo Bright House. Ora ne controlla l’8,16%.
“In un periodo di tempo relativamente breve”, scrive nella prima versione del testo Bailey, “David Zaslav è diventato forse l’uomo più odiato di Hollywood” (il riediting ammorbidisce con un più dolce “il volto di un nuovo periodo controverso”). Zaslav è diventato CEO due anni fa, quando Discovery si è fusa con Warner Media dando vita a Warner Bros. Discovery. È iniziato in quel momento la transizione da società via cavo a “società di contenuti”, a guida Zaslav. “Dal punto di vista di uno spettatore – prosegue il giornalista di GQ – era la transizione di Discovery dalla programmazione educativa alla ‘reality slop’, che è, ovviamente, un modello di business molto più redditizio”.
Tra le critiche al recente operato di Warner Bros. Discovery trova ampio spazio la gestione d’emergenza adottata durante il difficile periodo covid, che ha costretto molti Studi a ritardare o addirittura rinunciare ad alcuni titoli previsti per le sale nel frattempo chiuse. Warner prese forse la decisione più condannata dai creativi di Hollywood, scegliendo di trasmettere il suo intero listino 2021, previsto per le sale cinematografiche, direttamente sul servizio streaming HBO Max. “La loro decisione ha sconvolto i registi”, scrive Bailey portando ad esempio la rottura di Christopher Nolan con lo Studio, dal 2002 proficuo collaboratore. “Era così incazzato che ha portato il suo nuovo film Oppenheimer alla Universal per la frustrazione della cattiva gestione da parte della società del suo film del 2020 Tenet”.
Le difficoltà di Warner non si fermano qui. Grande clamore fece la call sugli utili dell’ultimo trimestre, quando Zaslav mostrò un’infografica – poi a lungo derisa – in cui la programmazione di HBO Max veniva definita “a inclinazione maschile” mentre quella di Discover+ “visione di comfort a inclinazione femminile”. In quello stesso incontro, “qui più dolorosamente”, Zaslav annunciava che due film già completati, Batgirl e Scoob! Holiday Haunt non sarebbero approdati né in sala né su HBO Max, venendo invece cancellati per attuare un’azione di svalutazione fiscale (tax-write down). Stesso destino è stato scelto per altri originali Max, come la commedia di Seth Rogen An American Pickle e il remake di The Witches a opera di Robert Zemeckis, la cui scomparsa dalla piattaforma non è stata annunciata e ha invece fatto il giro dei social grazie ad alcuni attenti abbonati. Un portavoce della WBD dichiarò al The Hollywood Reporter che la decisione di non rilasciare Batgirl rifletteva il cambiamento strategico della loro leadership in relazione all’Universo DC e HBO Max.
Più recente ancora è la decisione della società di rebrendizzare il proprio servizio streaming, ora non più HBO Max ma solo Max. Commenta Bailey nella prima versione dell’articolo: “Era quasi come se il CEO volesse distorcere la realtà perché si vergognava dell’affiliazione dello streamer con programmi di alta qualità e di alto profilo, una percezione ulteriormente confermata quando Max è stato lanciato a maggio”. Sempre la gestione della piattaforma ha poi sollevato un polverone, con scrittori, registi e produttori in rotta con Max per la decisione di accorpare i diversi responsabili dei contenuti sotto la sola voce di “creatori”.
Dopo l’accusa della Director’s Guild of America e della Writer’s Guild of America, WBD ha promesso mediante un comunicato che avrebbe corretto al più presto “la svista nella transizione tecnica da HBO Max a Max”. Nella prima versione di Bailey si faceva notare come dopo più di un mese la piattaforma non avesse subito le modifiche promesse, ma in un secondo passaggio correttivo aggiunge che “ha iniziato a distribuire i credits rivisti circa un mese dopo”.
“Quel contraccolpo, tuttavia, non è stato niente in confronto a quanto accaduto di recente”. A metà giugno infatti WBD ha annunciato il licenziamento dalla rete via cavo per cinefili Turner Classic Movies di cinque dirigenti anziani, definiti da un insider “le persone che sono state l’architetto del marchio per decenni”. Decisione che aveva scatenato le critiche di potenti registi di Hollywood, come Steven Spielberg, Martin Scorsese e Paul Thomas Anderson. Zaslav in passato aveva dichiarato di avere a cuore il progetto dedicato al cinema classico, ma negli anni il personale di Turner Classic Movies è stato ridotto da 90 dipendenti a 20.
“Giusto o no”, nota Bailey, “con Zaslav la critica è diventata personale”, notando come alcuni elementi dell’operato della Warner, criticati dal sindacato, non si distanzino troppo da altre realtà, come Netflix. “Ma l’amministratore delegato Reed Hastings non sembra attrarre lo stesso vetriolo”. Nell’articolo originale, Bailey descrive Zaslav come Richard Geere in Pretty Woman, perché Julia Roberts gli dice che “non sa costruire niente”. Questo passaggio nella versione definitiva (poi comunque cancellata) non c’è.
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