Danny DeVito e il richiamo della foresta


Era stato la memorabile voce di Filottete nell’Hercules Disney. Ora Danny DeVito torna al cinema d’animazione con Lorax – Il guardiano della foresta, in uscita il 1° giugno con Universal dopo un’anteprima al Future Film Festival bolognese (27 marzo – 1° aprile).

 

Il piccolo, adorabile attore interpreta sia la versione originale che quella italiana, in linea con il trend degli ultimi anni – si veda Il Gatto di Banderas – che vede le star internazionali coinvolte anche nelle localizzazioni. Nell’avventura della promozione italiana lo accompagnano il neodivo Zac Efron, uscito da High School Musical – lo vedremo presto in The Lucky One e nell’indipendete The Paperboy – e il cantante ronciglionese Marco Mengoni, alla sua prima prova come doppiatore. Lorax, che è diretto da Chris Renaud e realizzato dagli stessi creatori di Cattivissimo Me, capeggiati da Chris Meledandri, è tratto da un celebre romanzo per ragazzi del Dr. Seuss, dai temi fortemente ambientalisti. Realizzato in 3D e costato 70 milioni di dollari, ne ha incassati 72 in Usa al primo week-end di programmazione. E pensare che non è nemmeno prodotto negli Stati Uniti. La Illumination Entertainment diretta da Meledandri, infatti, ha sede a Parigi, pur essendoci dietro una notevole parte di capitale ‘a stelle e strisce’.

“La differenza – racconta DeVito – è la stessa che passa tra il consegnare le scarpe al calzolaio di famiglia o mandarle alla ditta che le ha prodotte. La sensazione è quella di un atelier. Meledandri controlla i flussi di spesa, dà consigli e sostegno, ma tutto, rispetto agli Usa, sembra più a carattere familiare, tutti conoscono tutti, dal regista ai produttori al resto del cast, a differenza di ciò che avviene nelle grosse case dove si tende a mantenere le distanze. C’è grande passione e carica emotiva. Questo progetto – dice poi – è particolarmente entusiasmante perché viene da un’origine letteraria molto nota, che abbraccia sensibilità di diversa natura ed è anche molto profetico. E’ stato scritto 40 anni fa ma i suoi simboli sono ancora validi. Insegna che non si può solo prendere dalla natura, bisogna imparare anche a rendere. E’ possibile anche fare commercio in maniera giusta, senza fare danni, ma ci vuole tanta responsabilità. Altrimenti, ci sarà bisogno di un salvatore, come Lorax! Pensate che il libro è stato bandito in alcune parti d’America per via del suo presunto attacco all’industria del legname, ma ovviamente si trattava più di un tentativo di risvegliare le coscienze circa il giusto modo di sfruttare le risorse della natura senza inquinarla. Ovviamente questo contrasta con i principi di chi invece vuole che le coscienze restino addormentate, di chi ci vuole convincere che va tutto bene e prende un sacco di soldi per inquinare la nostra acqua. E’ gente resistente al cambiamento. Ma un’altra via è possibile. Io stesso uso una macchina elettrica e la carico nel garage di casa. Non costa niente! Me ne vado a spasso per Beverly Hills, poi vado a Hollywood al lavoro, poi me ne torno alla sera e sono sei mesi che non vedo un benzinaio!”

“Avendo due figlie – racconta poi sulla sua esperienza di doppiatore – conoscevo ovviamente bene i libri del Dr. Seuss. Ho subito pensato che l’adattamento inglese avesse catturato lo spirito dell’opera, ma ci tenevo molto anche alla versione italiana, che ho potuto fare solo grazie all’aiuto di consulenti bravissimi e specializzati che mi hanno aiutato nella fonetica. Volevo dare alle parole il giusto tono e il giusto ritmo. Ha richiesto tempo e attenzione. Certo non avevo l’ausilio del corpo e voi italiani, che siete molto abituati a gesticolare, potrete capire più o meno cosa questo possa significare. A volte, poi, mi chiedo se Dr. Seuss non mi avesse già visto prima della mia nascita: sono proprio come Lorax, piccoletto e pieno di vita”.

Riguardo ai suoi giovani compagni – in particolare Efron che lo accompagna per tutto il tour – spende parole affettuose e positive: “Mi piace un sacco lavorare con le nuove generazioni, soprattutto quando vedo ragazzi seri e professionali che lavorano sodo, e non si limitano all’attrazione per il patinato mondo dello showbiz. Oltretutto Zac è anche molto divertente. Certo non abbiamo fatto le registrazioni insieme ma ora che stiamo presentando il film in giro abbiamo fatto tanta amicizia. E’ un tipo rilassato: non sente di portare sulle spalle il peso del mondo del cinema! Non capisco i tanti pregiudizi che ci sono nei confronti di chi esce fuori dai talent show – e in questo caso la riflessione riguarda anche Mengoni, vincitore di ‘X Factor’ – E’ così che si fa strada. E’ come Miss Italia, o Miss Mondo. Io ero il miglior attore della mia scuola superiore e poi ho fatto altri passi, così come Marlon Brando ha iniziato a recitare per l’oratorio della sua parrocchia. Che differenza fa? Ci sono concorsi per tutto. Ora vanno di moda quelli per chef. Magari un regista riconosce un cuoco molto bravo a fare i ravioli e gli dice: ‘ehi, mi serve proprio uno come te per il mio film!’.

DeVito, che dichiara di amare tantissimo la tecnologia, proprio stamattina ha ‘twittato’ sul suo profilo l’immagine dei suoi piedi che toccano il suolo romano: “Sono proprio io a postare i messaggi – dichiara orgogliosamente sventolando il suo telefonino – mi piace portarmi sempre dietro una piccola telecamera, fare foto, parlare in un secondo col resto del mondo. Poi penso che Internet e la rete siano strumenti utili per l’informazione. Ora è molto più difficile coprirci gli occhi di prosciutto, come vorrebbero i signori di cui sopra!”

C’è tempo ancora per qualche chiacchiera sui cartoon preferiti (“da piccolo mi prendevano in giro chiamandomi Gus Gus, come il topo grasso di Cenerentola!”), sui suoi colleghi (“In It’s always sunny in Philadelphia, in tv, mi trasformo in un troll. Sono certo che Brad Pitt e George Clooney mi invidiano: loro quella parte non potrebbero avercela”) e infine sui prossimi progetti: “Quando partirò da qui andrò a Londra, dove mi esibirò a teatro, in aprile, in ‘The Sunshine Boys’ di Neil Simon“.

autore
09 Marzo 2012

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