E’ ispirato all’omonimo romanzo di Dacia Maraini il film L’amore rubato di Irish Braschi, prodotto da Anthos e Rai Cinema e distribuito come evento speciale da Microcinema, BCC Credito Operativo e Gecom il 29 e 30 novembre in occasione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne. Il formato e la scelta di un cast popolare di cui fanno parte, tra gli altri, Elena Sofia Ricci, Stefania Rocca, Gabriella Pession, Francesco Montanati, Alessandro Preziosi, Emidio Solfrizzi, Antonello Fassari, Massimo Poggio, Antonio Catania, Daniela Poggi e Cecilia Dazzi, indica gli intenti ‘educativi’ e sociali dell’opera, adatta per essere proiettata in sala più volte possibile e soprattutto per un buon percorso nelle scuole e in tv, in modo che le cinque storie di violenza intrecciate tra loro nella trama – basate su fatti reali – possano lasciare un segno positivo per la presa di coscienza e il progressivo superamento di questa piaga.
“Sono certa – dice Maraini – che non si tratti di una violenza di genere. Non penso assolutamente che gli uomini vadano tutti considerati carnefici e le donne tutte vittime. Anzi, gli uomini dovrebbero partecipare, tutti insieme dobbiamo capire come nasce la violenza, che è un fatto culturale. Il bambino non è violento. Lo diventa. Lo diventa se sono violenti i genitori e se gli si impone un ruolo da maschio che ormai è vetusto, e non funziona più. Se identifica la sua virilità con il possesso, allora può succedere il finimondo e questo capita anche, senza che se ne rendano conto, a onestissimi padri di famiglia. Le statistiche cambiano in continuazione ma quest’anno, in Italia, 212 donne sono finite uccise in seguito a maltrattamenti”.
“Se il nostro film – dice il regista – spinge anche una sola donna a prendere coscienza, a ribellarsi, allora abbiamo fatto il nostro dovere, il cinema serve anche a questo, a sensibilizzare e stimolare, puntando naturalmente molto anche sulla prevenzione”. “Siamo evoluti – dice Elena Sofia Ricci, una delle protagonista – ma non abbastanza. Non siamo ancora alla perfezione, ovvero all’allineamento dell’intelligenza razionale con quella emotiva. Razionalmente tutti sanno che prevaricare una donna non va bene, che ci sono i pari diritti e le pari opportunità, ma emotivamente alcuni uomini sono ancora in difficoltà di fronte a una donna emancipata, magari più colta o professionalmente più avviata di loro. E questo è importantissimo spiegarlo nelle scuole, velocizzando anche il percorso burocratico per l’aiuto delle donne in difficoltà e per l’ottenimento della giustizia di fronte ad atti deprecabili di questo tipo”. “E’ una distanza da accorciare e risolvere – dice Massimo Poggio – spesso l’uomo nemmeno si rende conto di quello che gli sta accadendo, e questo è un punto fondamentale”.
I dati istat dicono che oggi 6 milioni e 788mila donne in Italia hanno subito nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale. Il 20,2% fisica, il 21% sessuale, il 5,4% forme più gravi di violenza e tentati stupri. “
Ma conta anche la violenza psicologica”, dichiara Gabriella Pession, e le varie forme di ricatto basate sul predominio dell’uomo in materia economica (minacce di licenziamento eccetera). “Ci sono associazioni – spiega Stefania Rocca – che raccolgono fondi proprio per aiutare in questo senso le donne in difficoltà, fornendo anche aiuti economici per potersi allontanare con meno ansia dalla situazione di pericolo e violenza. Dall’esterno sembra una famiglia perfetta, come accade in molti casi. Da tempo mi occupo di questi temi e sono contenta di aver potuto raccontare quello che ho vissuto attraverso queste donne”.
“I proventi saranno devoluti all’organizzazione WeWorld” ha detto la produttrice Maite Bulgari.
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