Da un inedito Tati al macellaio Depardieu, Firenze si veste di Francia


E’ nientemeno che l’ambasciatore francese Jean-Marc de La Sablière a presentare a Roma la seconda edizione del festival fiorentino France Odeon, rassegna di cinema d’oltralpe che inaugura il corposo evento 50 giorni di cinema internazionale a Firenze, che vede coinvolti, dal 21 ottobre al 10 dicembre, otto dei festival toscani più apprezzati e rinomati.

France Odeon, di cui CinecittàNews è Internet Media Partner, si concluderà il 24 ottobre, per un totale di quattro giorni che mirano, come sottolinea l’ambasciatore, “a mettere in mostra la diversità del cinema francese, conosciuto in tutto il mondo per i suoi sviluppi autoriali, ma ricco anche di molte incursioni in altri generi, tutte da scoprire”. Gli fa eco Francesco Ranieri Martinotti, direttore artistico del festival, che ha il compito di introdurci alla selezione dei film: “I film d’autore in Francia sono l’asse portante, ma è nostro compito mostrare al pubblico anche la varietà di questo cinema, che copre la commedia popolare e quella sofisticata, passando per il documentario, le opere prime, il poliziesco, il thriller e perfino l’horror. Altro obiettivo del festival – continua Martinotti – è quello di fare di Firenze la Deauville del cinema francese in Italia, continuando il lavoro svolto da Aldo Tassone con France Cinema. La città è lo zoccolo duro degli appassionati di cinema d’oltralpe. Italia e Francia sono tra le più forti industrie audiovisive d’Europa, ma rispetto a questo dato, la distribuzione di cinema italiano in Francia, e viceversa, è piuttosto scarsa. Per questo crediamo che vada incoraggiato lo scambio anche a livello istituzionale. Così, ci auguriamo che sia anche e soprattutto un’occasione di confronto e scambio per produttori, registi e “professionnels” dei due paesi”.

Tra i film, in tutto 12, ci sono 5 anteprime italiane ottenute grazie alla collaborazione dei vari distributori, compreso un film a sorpresa su cui Martinotti mantiene il massimo riserbo: “posso solo dirvi che appartiene al genere della commedia sofisticata, e dimostra in pieno che i francesi sanno farle bene quanto gli americani, se non meglio, usando in più volti e luoghi a noi più familiari”.
A uno di questi film è affidato il compito di aprire la kermesse: si tratta de L’Illusionista di Sylvain Chomet, distribuito da Sacher, poetico film d’animazione che riprende una sceneggiatura incompiuta di Jacques Tati.
C’è poi Mammuth di Benoît Delépine e Gustave Kervern, visto a Cannes e distribuito da Fandango, in cui i registi di Louise Michel mettono in scena, con l’interprete Gérard Depardieu, il surreale viaggio in sella di moto di un macellaio pensionato a caccia di chi non gli ha versato i contributi. Il film vede anche la partecipazione, in un cameo, di Isabelle Adjani.

Altre anteprime sono Illègal di Anne Coesens, emozionante opera, vista alla Quinzaine des realisateurs, sul mondo dei “Sans papier”, e L’Arbre di Julie Bertuccelli, coproduzione con l’Australia girata in inglese e interpretata da Charlotte Gainsbourg. Tutti i film sono presentati in lingua originale con sottotitoli. L’Arbre li avrà dunque in italiano e francese.
“Il cinema Odeon in cui si svolge la manifestazione già da tempo programma film in lingua originale – dice Stefania Ippoliti, direttore della Mediateca Regionale della Toscana Film Commission – proprio per dare la possibilità non solo ai cittadini, ma anche ai molti turisti che visitano la città, di familiarizzare con un’altra lingua. Perché il cinema è un veicolo importante di incontro tra culture. A Firenze forse non abbiamo festival glamour ma ne abbiamo molto di qualità, che abbiamo voluto mettere insieme con il progetto 50 giorni di cinema”.
“Del resto, Renzo Piano – commenta Martinotti – tornò da un periodo di studi trascorso a Firenze dichiarando: ‘là non c’è bisogno di architetti. E’ una città perfetta’”.

Ci sono anche pellicole che ancora non hanno distribuzione : i drammi Une Exécution Extraordinaire, sugli ultimi mesi della vita di Stalin, e Belle Epine, già alla Semaine de la Critique, con la star del momento Léa Seydoux, le commedie Les Petits Ruisseaux e Copacabana, l’horror La Meute. “Speriamo di contribuire a trovar loro una collocazione – aggiunge il direttore – come accaduto lo scorso anno con il film Séraphine, che va in sala in questi giorni”.

Arricchisce il tutto un sentito omaggio al maestro della Nouvelle Vague Claude Chabrol, scomparso lo scorso 10 settembre, realizzato proprio da Aldo Tassone, che di era suo amico e confidente, e con la collaborazione del Sindacato dei Critici Cinematografici Italiani.
Tassone ricorda Chabrol per la sua grande ironia, la sua vitalità, il suo spirito caustico e la fondamentale capacità di non prendersi mai troppo sul serio, attraverso alcune sue affermazioni: “Ho avuto il coraggio di fare film non coraggiosi”, “A scuola mi dicevano ‘Chabrol c’est drôle’ – letteralmente “Chabrol è strambo” – E spero che sia così”, “La Nouvelle Vague era qualcosa di molto vago. Non ho mai capito cosa fosse, o cosa la gente si aspettasse che fosse”. E chiude con un aneddoto: “Ero con Chabrol a cena assieme a un paio di ambasciatori, di cui uno del Vaticano. La cena era ottima e innaffiata da buon Chianti, di cui Claude era un intenditore. Hanno cominciato a parlare dell’esistenza di Dio e all’una e tre quarti io ero esausto. Ho chiesto di soppiatto al cameriere di aiutarmi a concludere la serata servendoci un vino di qualità inferiore. Chabrol se ne accorse e s’indignò: ‘Ma come – disse – noi parliamo dell’esistenza di Dio e tu cerchi di cacciarci con un vinaccio?!?”

Il film presentato è Merci pour le chocolat (Grazie per la cioccolata), del 2000.

autore
15 Ottobre 2010

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