Si è tenuto alla Casa del Cinema di Roma l’annuncio di una serie di importanti novità per la Cineteca Nazionale e la Scuola Internazionale di Cinema CSC, che vedono coinvolto anche l’Istituto Luce Cinecittà. Si tratta di innovazioni sul piano della comunicazione ma anche di nuove realtà didattiche e produttive, realizzate con l’intento di radicarsi sempre di più sul territorio e di rivolgersi a un pubblico sempre più vasto.
Si parte con la presentazione di un nuovo logo (con la supervisione di Maurizio Nichetti e accompagnato, nella sua versione animata, da un jingle composto da Nicola Piovani) e del nuovo portale del CSC (rispondente ancora all’indirizzo www.fondazionecsc.it), più moderno da un punto di vista grafico ma anche più funzionale nella gestione di contenuti, per permettere al pubblico di informarsi in tempo reale sui corsi, sui docenti, sui laboratori della Scuola Nazionale del Cinema, sulle attività della cineteca, ma anche di accedere facilmente al catalogo della Biblioteca Luigi Chiarini, compiere ricerche, acquistare libri e quant’altro, per una comunicazione sempre più efficace e trasparente.
Punta di diamante della conferenza, tenuta per la parte CSC dal presidente della Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia Felice Laudadio e dal direttore generale Marcello Foti, è l’annuncio di una nuova attività di distribuzione che riporterà nelle sale – si parla di aprile/maggio – alcuni grandi classici restaurati della cinematografia italiana come Dillinger è morto di Ferreri, Ultimo tango a Parigi di Bertolucci, Non c’è pace tra gli ulivi di De Santis e Miseria e nobiltà di Mattoli, con Totò, per il quale sono ancora in corso le trattative con gli aventi diritto.
Il listino di questa nuova attività – coordinata da CSC Production/Distribution con la consulenza di Filippo Roviglioni – sarà presentato a breve durante le Giornate Professionali di Sorrento.
Ma non è tutto. Nel quadro dell’accordo tra il CSC e Luce Cinecittà sono previsti per il 2018 e gli anni successivi altre importanti opere di restauro (da Ossessione di Visconti a a Good Morning Babilonia dei Taviani, passando per Ratataplan di Nichetti e Il medico della mutua di Zampa, a cui si aggiungeranno poi In nome della legge e Il cammino della speranza di Germi e le opere di Dario Argento e Federico Fellini rispettivamente per il 2019 e il 2020 (centenario della nascita del regista riminese, con un progetto destinato a girare il mondo).
Roberto Cicutto, presidente e ad di Luce Cinecittà, ha illustrato tutte le attività che il Luce e CSC progettano di realizzare insieme “fatta chiara – dice – la differenza tra competenze, ovvero, rispettivamente, la conservazione e diffusione del patrimonio d’archivio e di quello cinematografico”. Oltre ai restauri, si parla di utilizzare per i saggi di diploma del Centro Sperimentale il materiale d’archivio Luce, di retrospettive come quella di Antonioni che si terrà tra poco al MoMA di New York, con il restauro di Deserto rosso e soprattutto dell’apertura del Museo Italiano del Cinema e dell’Audiovisivo, una struttura nuova e non concorrenziale con il Museo di Torino che avrà come scopo principale la valorizzazione del materiale archivistico e del patrimonio cinematografico, ma anche la funzione di laboratorio permanente con grande attenzione ai mestieri del cinema.
Attività che si presta particolarmente bene a coordinarsi con un’altra iniziativa, ovvero la creazione di una struttura in grado di ospitare con formato ‘Erasmus’ (ovvero di scambio culturale tra paesi) oltre 50 studenti.
Altra novità è la possibilità di utilizzare l’Art Bonus, provvedimento del MiBACT che pemette di realizzare progetti di marketing culturale beneficiando di un credito di imposta del 65% da ripartire in tre quote annuali di pari importo, e che il CSC sfrutterà per la valorizzazione del patrimonio cinematografico italiano.
Moltissime anche le iniziative editoriali – sotto la guida del nuovo comitato composto da Francesca Archibugi, Gianni Canova, Valerio Caprara, Severino Salvemini e Vito Zagarrio – che si occuperà anche della rivista ‘Bianco e nero’. Si citano in particolare la ristampa del rarissimo ‘Cinecittà anni 30’ di Francesco Savio e di ‘Romana Film’ di Steve Della Casa.
E ancora, una nuova sala cinematografica dedicata – a sostituire il cinema Trevi – nei giardini della Biblioteca Nazionale di Castro Pretorio, e la possibilità di utilizzare quella già predisposta del vicino istituto Enzo Ferrari e l’imminente apertura di una nuova sede a Lecce.
Chiude la conferenza il DG Cinema Nicola Borrelli, che sottolinea come “l’idea portata avanti dal ministro Franceschini sia quella di mantenere i due poli distinti ma nel contempo di lavorare sul coordinamento e la sinergia tra loro. La struttura policentrica è alla base della nuova strategia che ci auguriamo ci porti a ottenere risultati più facilmente di quanto fatto in passato”.
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