VENEZIA – Arrivata a dodici episodi, la collezione di Miu Miu Women’s Tales si prepara a pareggiare il numero di edizioni delle Giornate degli Autori. Quest’anno il progetto è rappresentato da due grandi personalità del cinema contemporaneo come la musa della visione pura, Naomi Kawase, e la vitalità in presa diretta dal vero, Crystal Moselle. E’ con quest’ultima che abbiamo parlato a partire dal suo corto That one day. In un solo giorno può cambiare tutto. Rachelle, una ragazza di diciassette anni della periferia di New York, se ne rende conto durante un viaggio alla scoperta di se stessa a bordo del suo skateboard. Intimorita da un sessismo machista e indifferente, si imbatte per caso in una gang di skater, piene di carisma e senza paura, che le mostrano l’esistenza di un altro mondo. Un universo femminile fatto di amicizia, forza e senso di appartenenza.
“Non penso che le donne abbiano bisogno di raccontare o di ascoltare storie particolari – dice Moselle – si è molto enfatizzato su questo ma io credo che le storie debbano essere universali e alla portata di tutti. Conta che siano buone. Nei festival ci sono tantissimi bei film, che spesso non trovano distribuzione, e questo putroppo mi intristisce. A volte mi dicono: ho piratato il tuo film, ma era grandioso. Posso arrivare a capirlo perché a volte non c’è altro modo di vederli. Anche se oggi le cose stanno cambiando, con Netflix e le nuove piattaforme di distribuzione che offrono un accesso molto più semplice.
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"