Cristina, i Puffi e il ricordo di Cino Tortorella

E' la cantante, qui anche doppiatrice, a presentare il cartoon 3D I Puffi – Viaggio nella foresta segreta


“Noi Puffi siam così, noi siamo Puffi blu, puffiamo super giù, due mele o poco più”. Uno tormentone degli anni ’80, la sigla del celebre cartone animato che ha cresciuto la generazione Fininvest grazie alla voce squillante di Cristina D’Avena, che oggi torna nel cartoon 3D I Puffi – Viaggio nella foresta segreta in doppia veste. Innanzitutto con una nuova versione dance della sigla, anch’essa un po’ un ‘reboot’, che però mantiene il ritornello originale. Poi come doppiatrice di un personaggio  misterioso all’interno del film che, a differenza delle due precedenti pellicole live action, è interamente realizzato al computer. Una pellicola divertente per i bambini, naturalmente, ma anche per gli adulti, che sapranno cogliere i riferimenti ai Puffi ‘classici’ anche in questa versione un po’ più moderna, con gli ometti blu dotati di ‘tecno coccinella’ – simile a un cellulare – e alla ricerca di ‘altri Puffi’, al di là del bosco,  che vivono come se fossero degli extraterrestri, che potrebbero avere qualsiasi caratteristica… fino allo svelamento finale. E’ un’avventura ‘antropologica’ se vogliamo, con traversate di fiumi e animali ostili, pericoli e avventure come se si stesse cercando una tribù selvaggia nel cuore dell’Amazzonia, ovviamente sempre inseguiti dal perfido mago Gargamella e dal suo gattaccio Birba, e tutto a misura di Puffo. Nessuno muore (forse) ma la scoperta dell’Altro porta sempre dietro un prezzo da pagare.

“E’ stata un’esperienza bellissima – dice D’Avena presentando il film in conferenza stampa – in verità io di sigle dei Puffi ne ho cantate undici, questa è la dodicesima, ma tutti ricordano solo la prima. Il doppiaggio mi è sempre piaciuto quindi è stato bello essere coinvolta anche da questo punto di vista. Lasciare il ritornello originale significa dire ‘siamo ancora noi’, i Puffi rappresentano la nostra infanzia, anche la mia.  Quando ancora si vendevano dischi vincemmo il disco d’oro per cinquecentomila copie vendute. Il film non l’ho ancora visto per intero ma ho già capito che è bello come e più dei precedenti. Il mio personaggio in originale era doppiato da Julia Roberts, grandissima. Ma molto seriosa, ho preferito aggiungere un po’ di brio. Ho sempre amato il doppiaggio, chiedo spesso consiglio ai miei amici doppiatori come Pietro Ubaldi e Donatella Fanfani, che doppiavano Marrabbio e Licia nel celebre cartoon Kiss me Licia. Io poi interpretai Licia in un telefilm e Donatella mi dette la voce, per questioni di continuità. Solo più tardi ottenni di potermi doppiare da sola, quando interpretai me stessa nella serie Arriva Cristina. Comunque volevano che facessi soprattutto canto, ora finalmente sono cresciuta. Ma anche i bimbi sono cresciuti. Sono cambiati. Ai miei concerti vengono adulti, giovani e bambini. Con i Gem Boy è un vero concerto rock, abbiamo un canovaccio ma a volte improvvisiamo a seconda di come ci svegliamo la mattina. I bambini cantano le mie canzoni ma poi magari mi pigliano da parte e mi cantano ‘Andiamo a comandare’, qualcuno ne ha fatto una versione a me dedicata. Così ho pensato di assecondare le loro richieste e dar loro una versione dei Puffi dove si potesse anche fare quattro salti”. Le abbiamo chiesto se nella vita si senta un leader: “Veramente da ragazza ero timida e facevo sempre quello che dicevano gli altri. Non mi sento una star, sono solo una persona fortunata che ha avuto l’opportunità di fare belle cose, mio padre mi ricordava sempre chi sono, di non montarmi la testa. Ricordati che sei sempre Cristina. Mi dicono che dovrei tirarmela di più, ma non ci riesco, i miei fan mi vedono come una sorella, una mamma o un’amica”. Infine un ricordo per Cino Tortorella: “Dovevamo sentirci a Pasqua per organizzare i sessant’anni dello Zecchino d’oro. Aveva tante idee, ci eravamo incontrati a Dicembre ed era un po’ provato, ma sempre attivo. Aspettavo la sua chiamata ma non arrivava. Non volevo disturbare. Poi è arrivata un’altra chiamata. Però in fondo adesso lo Zecchino lo farà da lassù, con la signorina Mariele e Padre Berardo. Sembrava proprio un puffo, con il suo vestito blu”.    

Andrea Guglielmino
30 Marzo 2017

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