Cristina Comencini: “Il segreto del Latin Lover”

Virna Lisi nella sua ultima apparizione è tra i protagonisti della commedia corale di Cristina Comencini, in sala dal 19 marzo con 01 Distribution


Un personale omaggio all’epoca d’oro del cinema, è Latin Lover, il nuovo film di Cristina Comencini, tornata alla commedia, ma sempre sentimentale, dopo il fosco dramma Quando la notte. Azzeccato ritratto di una famiglia allargata tutta al femminile che ruota attorno al grande assente, Saverio Crispo, un attore molto famoso, che ha attraversato tutti i generi e lavorato in tutto il mondo, ma soprattutto un uomo dai tanti legami e dalle tante figlie. Ora che ricorre il decennale della sua morte si riuniscono nel suo paese d’origine, in Puglia, per un tributo che diventa l’occasione per una resa dei conti familiare. In lui, idolatrato dalle sue donne ma non privo di lati segreti, è divertente riconoscere i giganti della scena, da Gassman a Mastroianni, da Volontè a Delon, con tutti i “fuori scena” e le rivelazioni del caso.

In sala dal 19 marzo con 01 Distribution, Latin Lover, prodotto da Lionello Cerri con Rai Cinema ha un cast internazionale ma perfettamente concertato. Le donne: Marisa Paredes, Angela Finocchiaro, Valeria Bruni Tedeschi, Candela Peña, Pihla Viitala, Cecilia Zingaro, la cantante italo-australiana Nadeah Miranda, e poi gli uomini: Francesco Scianna (il bel divo), Neri Marcorè, Claudio Gioè, Lluis Homar, Toni Bertorelli, Jordi Molla… E naturalmente Virna Lisi, nella sua ultima apparizione. La grande attrice, scomparsa il 18 dicembre scorso, ha il ruolo della prima moglie del Don Giovanni e della padrona di casa. “Virna ci manca moltissimo – ha detto Cristina Comencini – con la sua grande vena mai sdolcinata sarebbe andata dritta al punto dicendo cosa pensava del film”. Insieme in quattro film (uno da sceneggiatrice e tre da regista) le due erano anche amiche. E Cristina è convinta che se ne sia voluta andare per stare con suo marito. “Ricordo soprattutto la scena in cui si ubriaca e si lascia andare alle confidenze con le altre donne, è una delle scene più belle del film in cui Virna mostra un’umanità grandissima ma è anche molto comica. Sul set stava bene non aveva alcun sentore di essere ammalata e neppure noi ce ne siamo accorti, se ne è andata all’improvviso”. Anche Valeria Bruni Tedeschi vuole ricordarla: “Penso molto a Virna, il film è pieno della sua presenza e della sua mancanza. La ricordo vitale, potente, in buona salute”.

Latin Lover parte da un mito, quello di un uomo bello e adorato da tutte le sue donne, mogli o figlie che siano, e poi arrivano a ridimensionarlo, ma anche a dargli una vera umanità.
Per tutte le donne il padre è un mito e non solo per le figlie di un divo come Saverio Crispo. Le donne sono sempre innamorate del padre, un essere sconosciuto e sfuggente, che mitizzano.

Ma il cinema, naturalmente, aggiunge qualcosa di speciale al mito paterno e lo rende anche più personale, per una come lei, figlia di un grande regista.

Certo veniamo da là, dal grande cinema che amiamo, ma ce ne dobbiamo liberare, non possiamo pensare di replicarlo e non si può vivere di ricordi. I protagonisti del grande cinema degli anni ‘50/60 erano molto liberi. Quel cinema era mitico e gli attori erano dei divi, ma poi c’erano dei fuoriscena complessi.

All’inizio le donne sono in competizione, ma poi trovano una complicità e anche il coraggio di essere se stesse.
C’è una certa subalternità femminile, anche se affettuosa e passionale, all’inizio del film. Tutte hanno un legame molto forte con questo padre e marito fascinoso e seduttivo e tutte cercano il suo sguardo per trovare una conferma. Ma al centro del film c’è la scoperta della libertà di essere finalmente se stesse, libere da quello sguardo. È il personaggio di Marisa Paredes, la seconda moglie, a incarnare questa liberazione, quando cita Eva contro Eva e dice alle altre che bisogna crescere. È una cosa che tutte le donne attraversano, fa parte della nostra storia millenaria. La lunga scena in salotto è il momento che più amo del film, l’immersione nella verità le rende più libere.

C’è la sequenza di montaggio che avete realizzato con Francesca Calvelli per l’omaggio a Saverio Crispo, un collage di scene del suo cinema che è pieno di citazioni ben riconoscibili di film mitici, un atto d’amore per i grandi del nostro cinema.

Abbiamo passato tre o quattro giorni in teatro a Cinecittà a rifare quei film di cui siamo pazzi d’amore. Erano film fantastici e “rifacendoli” ci siamo resi conto di quanto fosse vario il panorama cinematografico di allora, di come si divertissero gli attori, ma passare da quello a raccontare la dipendenza e i conflitti delle mogli e delle figlie mi ha dato la misura della differenza tra noi e loro e l’idea che per raccogliere la loro eredità dobbiamo andare oltre e raccontare senza paura, con la stessa libertà, la nostra modernità che è più complicata e ambivalente.

Avete scelto di girare in Puglia, che è anche la patria del latin lover per antonomasia, Rodolfo Valentino.
Avevamo pensato anche alla Campagna romana, alle Marche. Poi abbiamo scelto San Vito dei Normanni. La Puglia, che tra l’altro fa un lavoro straordinario sul cinema, ci permetteva anche di rappresentare un piccolo paese come i tanti che hanno dato i natali a grandi uomini diventati famosi nel mondo. Era uno scenario perfetto.

Lei ha scelto di raccontare una storia che ha degli aspetti anche molto sofferti con il linguaggio della commedia che sembra esserle davvero congeniale: il film, scritto con sua figlia Giulia Calenda, ha infatti tanti spunti brillanti.
La commedia mi è propria, anche se ogni tanto mi fanno fare film drammatici. È vero che nel primo soggetto che abbiamo scritto c’era più tragedia, ma poi abbiamo scelto il divertimento non senza la commozione sentimentale.

Si tocca anche il tema dell’omosessualità. È un modo per smontare il mito del latin lover?
Uomini così belli possono essere desiderati da tutti. L’abbiamo letto in tante biografie di grandi attori americani. Ma qui la bisessualità non è vista come un difetto, bensì come un’esperienza umana, qualcosa che appartiene alla verità profonda di un individuo molto amato e desiderato.

autore
16 Marzo 2015

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