Cortellesi: “Viva la leggerezza, me l’ha insegnata papà”

L'attrice, intervistata nel giorno del record di 'C'è ancora domani': "Ho voluto raccontare le donne a cui si faceva credere che fossero delle nullità"


Si aspettava l’incredibile successo di questi mesi, Paola Cortellesi? ”Ovviamente no. Speravo che si diffondesse, magari crescendo nel tempo, un’emozione. Quello che sognavo erano sale piene e grande partecipazione emotiva. Quando lo abbiamo scritto, con Giulia Calenda e Furio Andreotti, ci siamo detti quanto fosse perfetto l’equilibrio tra i registri ne La vita è bella di Roberto Benigni, un film che ho molto amato proprio per la capacità di raccontare la più spaventosa tragedia dell’umanità attraverso la leggerezza”. Così Paola Cortellesi in un’intervista a ‘Il Corriere della Sera’, nel giorno in cui C’è ancora domani supera i record.

”Quella di cui parla Italo Calvino – precisa l’attrice – Leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore. Essere lievi non significa togliere gravitas al dolore, per me. Un altro film che mi colpì, in questo senso, è Il grande dittatore di Chaplin. Il mondo che stava precipitando in una guerra spaventosa era rappresentato con la leggerezza di un pallone gonfiabile con cui il despota di turno giocava, come fosse cosa sua”.

”Volevo raccontare i diritti delle donne – prosegue Cortellesi – In particolare di quelle donne che non si è mai filato nessuno. Ho ascoltato tanti racconti di nonne e bisnonne che hanno vissuto quel tempo. Per questo il film è in bianco e nero, perché quando loro parlavano io le immaginavo così, le loro storie. Storie raccontate con disincanto, quasi con fatalismo. Nel film sono rappresentate dalle donne che commentano tutto nel cortile. Mi è rimasta nella testa una frase che dicevano, a proposito di quelle, tra loro, maggiormente vessate: ‘Eh, porella’. Da piccola ascoltavo i loro racconti e mi sembrava che ci fosse una contraddizione, come uno stridere, tra la drammaticità del racconto di queste donne schiacciate dai mariti violenti e il tono che usavano, quasi leggero”.

È l’inizio del film. ”Quello schiaffone preso per cominciare la giornata, come fosse una cosa normale – dice ancora Cortellesi – E soprattutto l’andare avanti ‘come se niente fosse’. Tante vite di donne si sono svolte ‘come se niente fosse’. Nella mia vita ho dato voce, da attrice, a donne gigantesche come Nilde Iotti o Maria Montessori. Ho voluto invece raccontare nel film la vita delle donne a cui è stato fatto credere di essere delle nullità, a cui, nella vita, non è mai stata data una pacca sulla spalla. Per parlare di loro non ho scelto un tono drammatico, il registro è ironico, talvolta surreale”.

Suo padre è mancato qualche anno fa. Cosa ti direbbe oggi? ”L’esistenza di mio padre mi ha illuminato la vita – sottolinea l’attrice – Mi ha insegnato che ridere è una cosa seria. Mi ha insegnato l’umorismo e l’autoironia che mi hanno sempre salvato. Cosa mi direbbe oggi? ‘Bella di papà’, mi direbbe”.

 

 

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29 Dicembre 2023

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